Festival di Sanremo

Geolier, il fenomeno del rap buono

A 23 anni è fortissimo al televoto e si candida alla vittoria. "Forse un brano con i Kolors"

Geolier, il fenomeno del rap buono

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Dopotutto in questo momento Geolier è la chiave per entrare nel mondo della Generazione Z dei nostri figli e nipoti. Difficile che i genitori conoscano vita e miracoli di Emanuele Palumbo da Secondigliano, Napoli, 23 anni, così legato alla propria terra da chiamarsi Geoliè con l'accento sulla «e» perché in francese geoliè vuol dire secondino e i secondini sono gli abitanti di Secondigliano.

È il primo a cantare in gara una canzone interamente in napoletano (a parte un verso in italiano) ed è anche seriamente candidato alla vittoria, specialmente dopo la classifica della serata che lo ha imbullonato al primo posto: «Sentivo annunciare i nomi, prima il quinto, poi il quarto, il terzo, il secondo... allora mi sono detto vabbè non ci sono. Quando ho capito che ero primo, a momenti cado a terra». Tanto per intenderci, la bordata di televoto che ha premiato Geolier è stata superiore a quella di qualunque altro artista in gara qui al Festival. Una seria candidatura alla vittoria, che sarebbe anche un bel messaggio perché lui, che viene dal mondo rap e urban, ha un brano che celebra la fine di un rapporto d'amore nel rispetto reciproco. I p' me, tu p' te si intitola, io per la mia strada, tu per la tua, senza accuse, violenze, rancori. E non è un dato secondario nell'era dei testi violenti, allusivi o minacciosi. Ma non c'è solo questo. Ci sono anche altri numeri che danno la misura di come questo ragazzo sia al momento il «fenomeno» della musica italiana.

A due giorni dal suo debutto sanremese, I p' me, tu p' te è al primo posto delle classifiche Spotify ed è stato anche l'unico ad entrare direttamente nella Top 50 Globale. È anche in testa nella Top 100 Italia di Apple Music. I numeri parlano chiaro anche su TikTok, dove il brano si conferma essere il suono sanremese più utilizzato per le cosiddette «creation». E, tanto per capirci, a giugno ha due concerti al Maradona di Napoli già esauriti e un terzo sul punto di esserlo. Insomma, è un ragazzo con la testa sulle spalle, come si dice. Uno cresciuto vicino a tanto male ma che «ha imparato la strada giusta vedendo chi sbagliava intorno a me». Merito anche della famiglia. «Quando ho chiamato mio papà per dirgli che ero primo in classifica, lui mi ha detto bravo, ma hai cenato?». Qui a Sanremo è pedinato, inseguito, adorato da una strepitosa quantità di pubblico, tutti o quasi ragazzini. E non è difficile fare amicizia con lui. «L'altro giorno vicino al mio camerino ho sentito parlare in napoletano e allora sono andato a vedere chi fosse. Erano i The Kolors ed è nata una amicizia perciò li ho invitati a suonare al Maradona e magari esce anche un brano in collaborazione».

Nell'alluvione di filtri social e di storie Instagram, Geolier è la storia di una volta, la storia del ragazzo di talento che entra a furor di popolo nel cuore di una generazione.

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