Cultura e Spettacoli

Gerry Scotti «Affari tuoi? Mai, in Mediaset ho carta bianca»

da Milano

Gerry Scotti, ricorda la parabola del figliol prodigo? Quando torna a casa, il padre uccide il vitello grasso per festeggiare. Non si sente un po’ come il fratello buono infuriato per come viene riaccolto il figlio peccatore?
«Che sarebbe Bonolis? Figuriamoci, il fratello arrabbiato avrebbe subito firmato per condurre Affari tuoi. Fin da febbraio, come boutade, mi era stato chiesto se mi sarebbe piaciuto: ho risposto con una risata. A Mediaset mi trattano con i guanti bianchi e non ho motivi per andarmene. Al rinnovo dell’ultimo contratto (il giugno scorso) mi hanno messo davanti un foglio bianco firmato da Pier Silvio Berlusconi: ho scritto quali programmi e quanti soldi volevo. Il tutto è durato mezz’ora».
Comunque, il figliol prodigo torna carico di soldi e onori. Non teme di essere messo in ombra?
«Sono stato tra i primi ad essere informato dell’arrivo di Paolo. Anzi, mi è stato chiesto un parere. Ho dato tutto il mio appoggio, anche perché con il suo arrivo magari riuscirò a sgravarmi un po’ di lavoro, soprattutto degli appuntamenti più istituzionali. Ha ragione Ricci quando dice: “Fortuna che torna Paolo perché se Gerry si sloga una caviglia si ferma tutta Mediaset”».
Lei per vent’anni ha fatto gli stessi tipi di programmi: ora si vuole dedicare a nuove esperienze come la fiction...
«Ma non ci arrivo da sprovveduto. Ho fatto 120 puntate della sit-com con Maria Amelia Monti. Debutto in un film Tv natalizio: cominceremo a girare all’inizio di giugno. Una rivisitazione della favola di Babbo Natale con Lino Banfi e Vittoria Belvedere. Interpreto un industriale del nord tutto preso dal business che riscopre i sentimenti. Ovviamente Banfi è Babbo Natale».
È un ruolo che avrebbero dovuto assegnare a lei in questa stagione: Chi vuol essere milionario batte L’Eredità (giovedì è arrivato al 33 per cento) e La Corrida (stasera l’ultima puntata) Sabato italiano.
«Non bisogna dare troppa importanza ai numeri. Anche perché non ci si deve dimenticare delle sconfitte. Sono stato più orgoglioso quando La Corrida concedeva a Fiorello solo 4 o 5 punti di share. Questi risultati si ottengono grazie alla continuità e alla normalità che sono le mie linee guida».
Il suo è un pubblico in prevalenza giovane e colto, il target preferito di Publitalia...
«Mi chiamano ogni settimana. Vogliono farmi un monumento. Anche da vivo».
Il Milionario regala al Tg5 un traino eccezionale...
«Infatti Rossella, che è mio conterraneo (di Pavia), mi dice sempre che vuole accendermi un cero in chiesa».
In termini di raccolta pubblicitaria Bonolis è stato valutato 60 milioni di euro...
«Be’ io quest’anno, tra tutti i programmi, ne ho fatti guadagnare 120. E sono certificati. Con il suo arrivo speriamo di farne 200 in due».
Potreste anche condurre insieme qualche serata...
«Nessun problema, anzi. Però mi toccherebbe lavorare di più».
Farà un nuovo show di prima serata?
«Sarà un varietà... ma non dico nulla se no mi copiano».
Per uno che torna, un altro potrebbe lasciare...
«Se Bisio se ne andasse non farebbe un buon affare. Non mi sembra che aprire pacchi sia nelle sue corde. Queste cose le devono fare i vecchi conduttori come me o Paolo. Avrebbe anche Sanremo? Nella vita a volte la libidine porta a fare scelte scellerate».
Secondo lei chi potrebbe prendere le redini di Affari tuoi?
«Vedrei bene uno come Magalli. Con una rotazione di conduttori proprio come ha proposto lui».
Se Bonolis le toglierà un po’ di lavoro, potrebbe tornare alla sua prima passione, la radio...
«Lì ho cominciato la mia carriera, non mi dispiacerebbe rifarla. La Mondadori mi ha offerto un ruolo molto importante a Radio 101: darò una risposta entro giugno».
La tv di oggi: che cosa pensa un uomo misurato come lei dei vari fenomeni Costantino, Lecciso...
«Questa è la Tv che crea i mostri: sono persone che pensano di aver svoltato e poi si ritroveranno con un pugno di mosche...».
La Tv che le piace?
«Sfide, Gaia - il pianeta che vive, Alle falde del Kilimangiaro, La storia siamo noi, Pressing e Markette».
Tra i giovani chi potrebbe raccogliere la sua eredità?
«Non me ne vengono in mente. C’è un gap generazionale. L’unico che mi piace è Daniele Bossari: educato e dalla faccia pulita».


Al Milionario qualche concorrente impiega anche 40 minuti per rispondere...
«Lo farebbe chiunque avesse una posta così alta da giocarsi».
Ma lei a quante domande saprebbe rispondere?
«Arriverei alle dodicesima o tredicesima».

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