Politica

Il giallo delle mani mozzate, si indaga sul movente economico

Gli inquirenti passano al setaccio i movimenti bancari della donna uccisa in provincia di Varese. In Procura arriva Massimo Picozzi, ma i pm smentiscono di aver arruolato il criminologo

Ci sono ancora molti misteri nell'omicidio di Carla Molinari, la donna di 82 anni sgozzata e con entrambe le mani amputate a Cocquio Trevisago, nel Varesotto. Mentre si attendono i risultati dell'autopsia, prevista per domani, sono in corso gli accertamenti sulla situazione patrimoniale della tipografa in pensione e benestante, in cerca di elementi che possano giustificare un movente economico dietro un delitto così efferato.
L'autopsia dovrà fare chiarezza sull'ora della morte e sul tipo di armi da taglio usate dall'assassino per sgozzare la donna e mozzarle le mani, che non sono state ancora ritrovate. È ampio il ventaglio delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, che mantengono l'assoluto riserbo sulle indagini, quando sembra ormai definitivamente tramontata quella di una rapina sfociata nell'omicidio. In casa di Carla Molinari sono rimasti numerosi oggetti di valore, e gli unici beni portati via dall'assassino sembrano essere gli anelli che la donna portava alle dita.
«Assolutamente gratuita», secondo il procuratore di Varese Maurizio Grigo, anche l'ipotesi di una setta satanica dietro il delitto. L'assassino ha agito con la ferocia di chi cova rancore nei confronti della vittima, ma con la lucidità di chi vuole depistare le indagini, lasciando nella casa poche impronte e alcuni mozziconi di sigaretta portati dall'esterno. E sarebbe uscito dalla villetta ancora insanguinato, visto che nel bagno non sono state trovate tracce ematiche. A Varese continuano le riunioni fra il procuratore Grigo, il pm Luca Petrucci e gli investigatori della Questura.
Si attendono i risultati delle analisi dei tabulati delle celle a cui si agganciano i telefoni cellulari, per chiarire chi era in zona nell'ora del delitto. Altri elementi utili alle indagini potrebbero arrivare dallo screening delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso che si trovano in paese, mentre le voci su una presunta nomina a perito del criminologo Massimo Picozzi, che è stato visto entrare nel Tribunale di Varese, sono state subito smentite dalla procura.
«Stiamo facendo tutto il possibile - ha detto il procuratore di Varese Maurizio Grigo - e continuiamo a sentire le persone informate sui fatti. Avremo un quadro completo e elementi più precisi quando ci saranno i risultati dell'autopsia e degli esami della scientifica».

Intanto a Cocquio Trevisago rimangono gli interrogativi sul perché di un delitto così efferato, e davanti alla villetta bianca di Carla Molinari qualcuno, forse un parente o un amico, oggi ha posato un mazzo di fiori.

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