Roma

Giudizio immediato per l'ex parroco accusato di aver abusato di alcuni minori

Sette gli episodi che vedrebbero coinvolto il prete della parrocchia Natività di Maria Santissima, che avrebbe avuto rapporti con i ragazzi in cambio di abiti o denaro

Avrebbe abusato per dieci anni di giovani affidati alle sue cure nell'oratorio o durante i campeggi estivi. Don R. C., ex parroco della parrocchia Natività di Maria Santissima verrà processato con giudizio immediato il 16 giugno prossimo davanti ai giudici della VI sezione del tribunale penale collegiale. L'uomo, era stato arrestato il 30 giugno scorso perché accusato di aver usato violenza su alcuni minorenni. Le manette per lui erano scattate mentre stava organizzando per la sua comunità un viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney, che si è svolta dal 12 al 21 luglio 2008.
A chiedere il giudizio immediato è stato il difensore del sacerdote, l'avvocato Patrizio Spinelli, dopo che il pm Francesco Scavo aveva chiesto il rinvio a giudizio dell'indagato con l'accusa di atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile continuate e aggravate.
Intanto il legale ha presentato ricorso in Cassazione contro il decreto del governo in materia di sicurezza, che il 18 marzo scorso su disposizione del gip Camine Castaldo, ha riportato in carcere il prete, al quale sei mesi prima erano stati concessi i domiciliari.
Nel corso delle indagini successive all'emissione della misura cautelare, sarebbero emersi altri casi di abusi che risalirebbero fino a 25 anni fa e si sarebbero svolti a Legnano, quando ancora R. C. non era stato ordinato sacerdote e insegnava educazione sessuale. I fatti sarebbero ormai prescritti e pertanto la procura non potrà procedere, ma utilizzerà ugualmente le presunte vittime come testimoni durante l'eventuale processo. Le vicende contestate al prete sarebbero avvenute tra il 1998 e il maggio 2008: sette episodi, che vedono coinvolti minori di sesso maschile. In due di questi, secondo il pm, i giovani sarebbero stati indotti a «compiere e/o subire atti sessuali in cambio di denaro e di altra utilità, in genere capi d'abbigliamento».
L'indagato avrebbe approfittato delle situazioni di difficoltà economiche, in cui si trovavano i piccoli. In un caso, in particolare, di un ragazzo che era stato affidato al prete dalla madre, che aveva problemi economici. Il parroco avrebbe dovuto aiutarlo a studiare e stargli vicino per fare in modo che si lasciasse alle spalle la perdita del padre. Invece avrebbe abusato del minore per circa quaranta volte in cambio di abito o denaro, dai dieci ai trenta euro per ogni singola prestazione. Stesso copione con un altro minorenne, con il quale avrebbe avuto quattro o cinque rapporti al mese in cambio di soldi. Avrebbe anche approfittato di un'altra vittima dopo averla convinta a seguirlo nella sua abitazione, dopo un litigio che il ragazzino aveva avuto con un coetaneo della parrocchia. Infine ci sono gli episodi avvenuti durante i campi estivi organizzati a Santa Caterina Valfurva o in Trentino, approfittando dell'assenza degli altri partecipanti che si erano allontanati per un'escursione.
Come testimone al processo, comparirà in aula anche monsignor Gino Reali, già vescovo della diocesi di Santa Rufina, nella cui competenza ricadeva la parrocchia guidata da don R.

C, che in passato era stato sentito dall'accusa come persona informata sui fatti per verificare se avesse raccolto confidenze da parte dei giovani.

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