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Soppalchi, verande, finestre: il piano Salva casa. Salvini: "Non è un condono"

Mercoledì il Consiglio dei ministri varerà il decreto "Salva casa" che, spiegano fonti del ministero, non sarà un condono

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Matteo Salvini, intervistato da Affaritaliani.it, ha parlato del cosiddetto decreto "Salva casa" che il Consiglio dei ministri è chiamato a varare mercoledì prossimo. Subito dopo passerà in parlamento. "È una scelta concreta e responsabile a vantaggio di milioni di proprietari che così potranno regolarizzare piccole anomalie", ha spiegato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, marcando la differenza ideologica che intercorre tra l'attuale maggioranza e le opposizioni, che in Unione Europea, fino a che non si terranno le elezioni, rappresentano la maggioranza. "C'è chi pensa a nuove tasse sul patrimonio immobiliare (mi riferisco all'Europa a trazione socialista) e chi, come il governo italiano, invece scommette sul taglio della burocrazia e sulla ragionevolezza", ha sottolineato.

Nei giorni scorsi, il ministro ha sottolineato che il "Salva casa", a differenza di quanto affermato dalle opposizioni, "non è un condono. La maggioranza delle case degli italiani ha piccoli problemi interni, bagnetti, finestre, verande, soppalchi, tende. Milioni di case di italiani sono bloccate della burocrazia, il nostro obiettivo è sanare queste piccole irregolarità interne". Ovviamente, spiega ancora Salvini, "se uno si è fatto due piani in più la risposta è l'abbattimento, ma se uno ha 8 metri quadri di cameretta fatta dal nonno 30 anni fa è giusto che possa andare in Comune, pagare e tornare proprietario serenamente del suo immobile".

Il Mit ha specificato che a rientrare nel decreto "Salva casa" sono quelle variazioni "che non incidono sulla struttura di un edificio né sulle sue caratteristiche essenziali". Stando ai più recenti studi, circa l'80% del patrimonio immobiliare italiano presenta queste piccole difformità, che ora si vogliono regolarizzare, con massima attenzione a chi vuole effettuare condoni strutturali, che non sono inclusi.

Mentre la sinistra accusa Salvini di voler procedere con un decreto per esclusivi fini elettorali, lo stesso minsitro e il ministero da lui guidato sottolineano, invece, che in questo modo si vanno ad alleggerire gli enti territoriali, che hanno un carico pendente arretrato di 4milioni di pratiche da smaltire. E queste pratiche, per le interconnessino burocratiche, sono spesso un freno al mercato della compravendita immobiliare.

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