La stanza di Feltri

Matteo Salvini? Sostiene il governo

Da sempre i giornali e i partiti di opposizione, qualunque sia la maggioranza, scrivono o ciarlano di fratture tra leader di partiti alleati, raccontando altresì retroscena quasi fantascientifici

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Illustre Direttore Feltri,
è vero quello che si dice su Salvini e Meloni, cioè che sarebbero prossimi alla separazione, allo strappo, allo scontro? Non faccio altro che leggere e ascoltare anche in tv commenti di questo tipo, che danno il governo come quasi finito e la premier sul piede di guerra contro il leghista, che a Pontida ha lanciato delle frecciatine a Meloni infiammando l'animo dell'ala più estremista del partito, quella, ad esempio, che non digerisce questi sbarchi continui che anche per me hanno tutto il sapore dell'invasione. Mi illumini. Grazie.
Vincenzo

Caro Vincenzo, da sempre i giornali e i partiti di opposizione, qualunque sia la maggioranza, scrivono o ciarlano di fratture tra leader di partiti alleati, raccontando altresì retroscena quasi fantascientifici, roba tutta inventata e frutto quindi della fantasia, talvolta troppo fervida, dei miei colleghi giornalisti. Si tratta di una maniera, del tutto inutile, di indebolire il sodalizio, di erodere la compattezza dell'esecutivo, di fomentare astio tra le componenti partitiche. Anzi, direi che si tratta più che altro di maldestri tentativi di ottenere i risultati che ho sopra menzionato. Una speranza sempre delusa in quanto la maggioranza è interessata, pure quando ci sono delle divisioni interne su qualche tema, a restare al potere, quindi a rimanere coesa e compatta. Certo, può accadere, e lo abbiamo visto, che un governo cada, anzi, accade fin troppo spesso in Italia. In questi casi però non è a causa di qualche scaramuccia interna, bensì perché subentra in qualcuno un interesse superiore affinché si vada al voto e quel qualcuno (inteso come partito nella figura del leader o della leader) è colui che determina il crollo. Per quanto riguarda il governo Meloni, sono convinto che questo non corra alcun pericolo di morte e che sia destinato a durare. Dunque si mettano l'anima in pace giornalisti e politici che stanno lì a gufare e ad augurarsi la catastrofe. In merito alle posizioni avverse di Salvini e Meloni sul fronte dell'immigrazione, ritengo che non vi sia, anche in tal caso, alcuna divisione. Salvini non è soltanto un ministro, non fa soltanto parte del governo Meloni con la sua Lega, egli è anche segretario della Lega e un partito fa quello che è nella sua natura fare: cercare di aumentare i propri consensi pure quando non è in campagna elettorale. Per di più, la Lega ha subito, aderendo al governo Draghi e sposando certe misure che non erano gradite ai suoi elettori, una ampia perdita di consenso che ha avvantaggiato Fratelli d'Italia. Quindi è normale che Salvini provi in qualche modo di recuperare preferenze, facendo leva su quegli argomenti e quei temi che sono le bandiere del suo partito. Cosa c'è di male o di strano in tutto ciò? Nulla. Da ammettere questo a sostenere che l'esecutivo sia fragile per codesti motivi però ci passa il mare, anzi l'oceano.

Se ammettessimo che Matteo stia boicottando il governo di cui fa parte, dovremmo di conseguenza credere che la Lega abbia l'uso di fare opposizione pure quando è al governo. Lo ha fatto nel governo gialloverde, lo ha fatto nel governo Draghi, lo ricordiamo bene, quando si è resa conto che determinati provvedimenti erano impopolari nel suo elettorato, e lo farebbe ora. Una conclusione forzata che non reputo verosimile. Salvini semplicemente fa il capo della Lega, non intende porre in difficoltà Meloni né distruggere l'alleanza né tantomeno spaccare la maggioranza. Peraltro egli è colui che, in qualità di ministro dell'Interno dell'esecutivo gialloverde, adottò misure davvero dure oltre che efficacissime nell'ambito delle politiche di immigrazione. Vedo nella sua condotta molta coerenza. E nulla di più.

I retroscena più arditi lasciamoli alle penne fantasiose impiegate nei giornali nostrani.

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