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"Italia meglio di altri Paesi dell'Eurozona". La verità sui dati Istat

L'analisi del ministro Urso sui dati Istat rivela la resilienza dell'economia del Paese, che è cresciuta mediamente più dell'Eurozona nel secondo trimestre

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I dati Istat relativi al secondo trimestre del 2023, quello relativo al periodo aprile-giugno, riferiscono che in base alla stima preliminare, il Pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato è calato di 0.3 punti percentuali rispetto al periodo precedente. Ma, quello che in pochi hanno fatto notare e che hanno rilevato, è che è aumentato di 0.6 punti percentuali in termini tendenziali. Le rilevazioni Istat non sono straordinarie, ma l'Italia comunque tiene e il governo, come ha spiegato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sta lavorando per migliorare laddove si può intervenire.

"Siamo in crescita ancorché ovviamente notiamo che ci sono dei problemi", ha detto il ministro in conferenza stampa, sottolineando che l'Italia è cresciuta dello 0.8% nel secondo trimestre, come crescita acquisita, mentre l'Eurozona è cresciuta dello 0.3% come media. La solita sinistra ha colto l'occasione per puntellare il governo sugli errori effettuati nella gestione del Paese concentrandosi sulla perdita dello 0.3% ma i dati Istat nella loro completezza raccontano un'altra verità. "L'Italia va di gran lungo meglio degli altri grandi Paesi europei e della media dell'Eurozona anche se, in questo dato ci sono segnali sui consumi e sugli investimenti delle imprese di cui dobbiamo tener conto", ha proseguito il ministro nella conferenza, spiegando che ​la speranza è che "il patto anti-inflazione contribuisca" a incentivare i consumi interni, così come le altre misure per le famiglie numerose, la social card e il taglio del cuneo.

L'intervento sull'inflazione con il patto ad hoc, ha aggiunto Urso, è stato studiato per "dare il colpo decisivo all'inflazione riconducendola a livelli naturali. Con l'impegno di tutta la filiera e quindi mi auguro anche della produzione". Quest'oggi, prosegue il ministro, il garante dei prezzi "ha incontri con la grande distribuzione, i commercianti, gli esercenti, i produttori per presentargli la proposta che abbiamo elaborato in un confronto continuo in riunioni che si sono susseguite per settimane di un accordo che abbiamo chiamato patto anti-inflazione".

Il rallentamento nei consumi delle imprese ha diversi fattori, tra i quali, come sottolinea Urso, "l'alto tasso di interesse, ulteriormente cresciuta dopo l'ultimo rialzo della Bce". Ma il governo, e il suo ministero nello specifico, sta intervenendo anche su questo aspetto, per esempio con gli incentivi Sabatini green che sono stati finanziato nella revisione dl Pnrr. "Sabatini green significa 400 milioni di euro per ridurre il tasso di interesse.

Con la Sabatini già in corso serve a dire alle imprese: investite, al tasso ci pensiamo noi", spiega in conferenza il ministro, tracciando la strada intrapresa per invertire i dati negativi.

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