Politica

Il gran rifiuto di Castelli: nessuna firma sul trattato con il Brasile

Il viceministro alle Infrastrutture alza il livello della protesta sul caso Battisti. Nel frattempo il governo prepara il ricorso al Tribunale INternazionale dell'Aja. E l'ex presidente Lula conferma che non verrà in Italia per il timore di proteste.

Lo schiaffo del Brasile sul caso Battisti è tutt'altro che dimenticato. La liberazione e la mancata estradizione del terrorista pluriomicida continuano a produrre indignazione e sconcerto a tutti i livelli. L'ultimo caso si è verificato ieri con il viceministro Roberto Castelli che a Lussemburgo per la riunione dei ministri Ue dei Trasporti, ha deciso di non firmare l'accordo di intesa con il Brasile nel settore del trasporto aereo. Un «gran rifiuto» dettato anche dal fatto che fu proprio l'esponente leghista a sollevare il caso di Cesare Battisti quando ricopriva l'incarico di ministro della giustizia, come ha ricordato lo stesso viceministro per le Infrastrutture. «Non voglio creare difficoltà ai ministri Matteoli e Frattini, ma il Brasile non avrà mai la mia firma». L'Italia potrebbe quindi scegliere di far siglare l'accordo in sede Ue da un diplomatico. La scelta di non firmare l'intesa con il Brasile nel settore del trasporto aereo «è un piccolo ma significativo esempio di protesta nei confronti di un Paese che ha dimostrato di non avere nessun rispetto per l'Italia» puntualizza ancora Castelli.
Nelle stesse ore è arrivata anche la conferma che l'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva non sarà in Italia in occasione dell'elezione del nuovo segretario generale della Fao in programma a fine giugno. Lula potrebbe invece partecipare, tramite videoconferenza, a un seminario in collegamento Italia-Brasile in programma in occasione della designazione del nuovo rappresentante della Fao, carica alla quale Brasilia ha già presentato la candidatura dell'ex ministro Josè Graziano. Lula nei giorni scorsi aveva fatto sapere che sarebbe stato a Roma dal 24 giugno in occasione di questo appuntamento.
Al di là delle iniziative singole - ieri, ad esempio, l'Udc di Ravenna ha chiesto l'interruzione del gemellaggio fra la città bizantina e quella brasiliana di Laguna - si attendono ora le mosse ufficiali del governo italiano che sono indirizzate verso il Tribunale Internazionale dell'Aja. Prima di ricorrere alla Corte dell'Aja è indispensabile, però, seguire un iter procedurale previsto dal Trattato di conciliazione e di regolamentazione giudiziaria firmato tra Italia e Brasile nel '54. «Ho parlato con l'ambasciatore in Brasile, Gherardo La Francesca, e tra qualche giorno prepareremo la domanda perché sia nominato il comitato di conciliazione che è la precondizione per il ricorso al tribunale internazionale dell'Aia» spiega il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Le motivazioni della Corte suprema del Brasile «verranno depositate tra qualche giorno. Noi non aspettiamo.

Entro il 25 giugno sarà depositata la nostra domanda».

Commenti