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"Bombe nucleari Usa in Gran Bretagna? Reagiremo". Tensioni tra Mosca e Washington

Il ministero degli Esteri russo parla di una possibile nuova escalation. Il rapporto Usa non certifica il dispiegamento di ordigni nella base di Lakenheath, ma gli indizi su un suo possibile futuro coinvolgimento

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La sfida sulle armi nucleari continua a essere lo spettro che aleggia nei rapporti tra Stati Uniti e Russia. A fine agosto, la Federation of American Scientists, una delle più importanti organizzazioni internazionali che controllano gli arsenali nucleari, ha pubblicato un rapporto che sosteneva l'aumento di prove riguardo un presunto ritorno delle armi nucleari Usa sul suolo britannico.

L'indizio, a detta della Fas, sarebbe un capitolo delle spese nel bilancio dell'aeronautica statunitense previsto per il 2024 e che includeva la costruzione di un dormitorio presso la base della Raf di Lakenheath per una possibile "missione di garanzia". La terminologia, spiega il rapporto, è utilizzata "all’interno del dipartimento della Difesa e del dipartimento dell’Energia per riferirsi alla capacità di mantenere le armi nucleari sicure, protette e sotto controllo". Questo chiaramente non implica che sia già stata presa una decisione sul dispiegamento di armi di questo tipo in Gran Bretagna, ma che sia solo messa in conto la predisposizioe per un ipotetico scenario che preveda questo tipo di schieramento.

Tuttavia, come prevedibile, la notizia ha subito messo in allarme la Federazione russa, che ora può sfruttare questo report per rilanciare la propria narrativa. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha detto che questo passo, qualora verrà realizzato, sarà ritenuto una "escalation che porterebbe le cose in una direzione completamente opposta all'affrontare la questione urgente del ritiro di tutte le armi nucleari dai Paesi europei". Inoltre, sempre la collaboratrice del ministro Sergej Lavrov ha affermato che l'eventuale decisione Usa sullo schieramento di armi nucleari nel Regno Unito "costringono ad adottare contromisure compensative progettate per proteggere in modo affidabile gli interessi di sicurezza del nostro Paese e i suoi alleati".

Per Mosca e Washington si tratta pertanto di un nuovo capitolo di quella sfida sul fronte atomico che sembra spostare le lancette dell'orologio della Storia indietro fino ai tempi della Guerra fredda. Lo schieramento delle testate nucleare in territorio europeo è sempre stato al centro dello scontro tra le due potenze, ma con l'inizio della guerra in Ucraina la questione ha assunto un ruolo ancora maggiore. L'impegno militare diretto di Mosca ha infatti reso possibile, quantomeno teoricamente, la realizzazione delle condizioni poste dalla dottrina nucleare russa sull'impego del suo arsenale strategico.

E lo spostamento delle testate nucleari tattiche del Cremlino in Bielorussia ha messo in allarme tutti i Paesi confinanti oltre che l'intero apparato della Nato. L'Occidente e anche tutte le maggiori potenze mondiali, a cominciare dalla Cina, hanno messo in guardia dal pericolo di qualsiasi tipo di escalation nucleare, anche solo di tipo verbale.

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