Guerra

F-16 Usa abbatte drone turco. Lo scontro ad alta quota

Il velivolo di Ankara è stata distrutto vicino alla base militare americana di Tel Bediar. Sembra che avesse appena bombardato delle infrastrutture strategiche degli alleati siriani di Washington

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Un caccia F-16 dell’aviazione statunitense ha abbattuto un drone turco Anka-S in Siria. Lo scontro sarebbe avvenuto ad Hasakah, nelle vicinanze della base americana di Tel Bediar nel nord-est del Paese. Nell’installazione sono schierati 900 uomini delle forze speciali di Washington. I soldati, giudicando una minaccia l’avvicinamento del velivolo di Ankara, avrebbero immediatamente chiamato il supporto aereo.

L’Associated Press ha riportato in forma anonima le parole di un ufficiale americano secondo cui il velivolo stava volando in maniera “irregolare” e “poco sicuro”. Pare, inoltre, che l’ordine di abbattere il drone sia arrivato solo dopo che la Casa Bianca ha chiamato più volte i funzionari militari turchi, per avvertirli che stavano operando vicino alle forze di terra statunitensi.

La notizia è stata confermata dal Comando centrale degli Stati Uniti e dai vertici dell’Air Force. Sembra che, prima di essere abbattuto, il drone avesse bombardato alcune posizioni delle Forze democratiche siriane, alleate della Casa Bianca nella lotta all’Isis. Secondo Al-Monitor, nell’attacco turco sarebbero state distrutte alcune infrastrutture strategiche, tra cui centrali elettriche e impianti petroliferi.

Il ministro della Difesa turco si è affrettato a negare l’accaduto attraverso i media nazionali, sostenendo che nessun drone di Ankara è stato abbattuto in Siria. Su X, però, sono emersi video dell’abbattimento e fotografie della carcassa distrutta del velivolo. Inoltre, diversi account fasulli si sono messi ad inondare di commenti i post che riportavano questa notizia, sostenendo che fosse falsa. È la prima volta che avviene uno scontro diretto tra i due Paesi Nato, che di solito operano in stretto coordinamento per condurre manovre aeree.

L’incidente fa seguito all’intensificazione degli attacchi effettuati dalla Turchia nelle regioni settentrionali della Siria e dell’Iraq contro i curdi, a seguito dell’attentato ad Ankara di domenica 1 ottobre rivendicato dal Pkk. Mercoledì 4 il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha affermato che l’intelligence turca ha stabilito che i due terroristi provenivano dalla Siria, dove erano stati anche addestrati.

Per questo, ha dichiarato che l’esercito di Ankara avrebbe preso di mira le installazioni del Partito dei lavoratori e delle milizie ad esso affiliate: “D'ora in poi, tutte le infrastrutture, le sovrastrutture e gli impianti energetici del Pkk e dell'YPG sono obiettivi legittimi delle nostre forze di sicurezza, delle forze armate e delle unità di intelligence”.

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