Guerra in Ucraina

Artiglieria Usa dell'Ucraina a Israele. Allarme di Kiev: "Servono i Patriot contro Kinzhal e Iskander russi"

Gli Usa dirottano proiettili di artiglieria destinati all'Ucraina verso Israele, mentre Kiev non riesce a contrastare i missili russi per via della mancanza di sistemi da difesa aerea

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Il Pentagono prevede di inviare a Israele decine di migliaia di proiettili di artiglieria che diversi mesi fa erano stati destinati all'Ucraina, prelevandoli dalle scorte di emergenza statunitensi: lo hanno riferito al portale Axios tre fonti informate dell'amministrazione israeliana. Secondo fonti statunitensi, il reindirizzamento dei proiettili non avrà un impatto diretto sulle capacità delle forze armate ucraine al fronte.

Da mesi il consumo di proiettili di artiglieria da parte ucraina ha mostrato tutte le carenze dell'apparato industriale occidentale, non più regolato sui ritmi di produzione della Guerra Fredda quando le forze armate della Nato dovevano avere una capacità di combattimento tale da poter, in caso, affrontare quelle del Patto di Varsavia in uno conflitto aperto.

Le scorte di proiettili di artiglieria, soprattutto quelli da 155 millimetri usati dagli obici semoventi forniti a Kiev durante tutto il corso della guerra, sono drasticamente diminuite. Inoltre le analisi del Pentagono hanno messo in luce che anche la produzione dei fondamentali Atgm (Anti Tank Guided Missile) tipo Javelin non era sufficiente per sostenere il consumo bellico.

Gli Stati Uniti però, nel corso dell'ultimo anno, sono corsi ai ripari aumentando gli investimenti che hanno permesso di moltiplicare le linee di produzione (si lavora su tre turni nell'arco di 24 ore per i proiettili di artiglieria) e di rimpinguare i magazzini, che devono avere un numero sufficiente di munizioni per poter far fronte a crisi future.

Guardando a questo lato dell'Oceano Atlantico, la situazione non è molto diversa: è noto che i missili da crociera “Storm Shadow” usati dagli ucraini nelle loro ultime azioni, mostrano un codice di identificazione che evidenzia un periodo di produzione relativamente recente, quindi indicativo dell'esaurimento delle scorte dei vettori più datati.

Kiev chiede agli Usa i Patriot

Restando nel campo dei missili, ma questa volta russi, Kiev ha reso noto che non è in grado di abbattere i missili balistici “Iskander-M” e i vettori ipersonici aviolanciati Kh-47M2 “Kinzhal” in modo capillare. Lo sostiene il portavoce dell'aeronautica ucraina, Yuri Ignat, citato da Rbc Ucraina. La ragione principale, spiega Ignat commentando gli ultimi attacchi di Mosca, è la mancanza di fondi e di equipaggiamento come i Patriot.

Per quanto riguarda il numero di obiettivi abbattuti, dobbiamo capire che la balistica è balistica, e per abbattere i missili abbiamo bisogno di mezzi che, purtroppo, non abbiamo a sufficienza. Abbiamo bisogno di Patriot in grado di gestire sia i Kinzhal sia gli Iskander. Questo è stato dimostrato nella regione di Kiev”, ha detto Ignat. Il portavoce ha aggiunto che la difesa aerea ucraina viene rafforzata dalle armi occidentali, ma non copre ancora tutte le aree da possibili attacchi nemici. “Se non possiamo abbattere i missili balistici in una determinata direzione, è meglio mettersi al riparo” ha aggiunto il portavoce. Secondo Ignat le capacità della difesa aerea ereditata dal periodo sovietico stanno diminuendo e per questo motivo, è necessario che “i partner forniscano un numero maggiore di questi sistemi - Patriot, Iris-T e altri”.

Quanto affermato da Ignat non è una novità. Ad aprile su InsideOver vi avevamo raccontato di come gli aiuti occidentali, costituiti da diversi sistemi missilistici da difesa aerea, non fossero abbastanza per garantire la protezione dei cieli ucraini dagli attacchi russi.

Documenti trapelati sulla situazione del conflitto e analizzati dal Csis (Center for Strategic and International Studies) avevano evidenziato che le scorte di missili per i sistemi di difesa aerea S-300 e Buk dell’era sovietica, che costituiscono l’89% della protezione dei cieli dell’Ucraina, stavano esaurendosi a un ritmo molto elevato.

L'Ucraina in quel periodo dell'anno aveva oltre 100 lanciatori di Sam (Surface to Air Missile) a medio raggio, in particolare S-300 (SA-10 in codice Nato) e Buk-M1 (SA-11) che sono stati la spina dorsale della difesa aerea abbattendo circa l’80% dei missili russi.

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