Guerra

Tel Aviv in stato di massima allerta. "Attacco imminente da Teheran"

Allarme degli Stati Uniti: "L’Iran colpirà nelle prossime ore". In arrivo sostegni sul campo da Washington. Israele: "Ci difenderemo con ogni mezzo". Bibi convoca un vertice d’urgenza

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La situazione in Medio Oriente è sempre più infuocata. Israele continua le operazioni militari nella Striscia, con l’ultimo raid aereo che ha centrato una casa a Gaza City provocando 29 morti, mentre si prepara un attacco dell’Iran. Secondo il Wall Street Journal Teheran è pronta a sferrare un «attacco diretto» contro il territorio di Israele entro oggi. E un funzionario americano fa sapere che i rapporti dell’intelligence Usa indicano una ritorsione della Repubblica islamica per l’assalto al consolato di Damasco entro pochi giorni, «possibilmente sul suolo israeliano».

Secondo due fonti di Cbs, invece, il blitz potrebbe arrivare già in queste ore e includere più di 100 droni e decine di missili indirizzati a obiettivi militari all’interno del territorio dello Stato ebraico. «La minaccia dell’Iran contro Israele è presente, reale e credibile», ha avvertito il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby senza fornire ulteriori dettagli sui tempi, ma assicurando che «gli Stati Uniti faranno di tutto per aiutare gli israeliani a difendersi». Da parte sua, ieri sera, il presidente Joe Biden ha detto di aspettarsi che l’Iran attacchi Israele «prima piuttosto che poi», una visione cupa basata sui rapporti dell’intelligence di cui però non ha voluto fornire altri dettagli. Alla domanda su quale è il suo messaggio per Teheran ha risposto: «Non farlo». Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, intanto, ieri pomeriggio ha tenuto una riunione con il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz e quello della difesa Yoav Gallant per una «valutazione della sicurezza», mentre il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha confermato che l’Idf «è in alto stato di allarme».

Gallant ha sentito al telefono per la seconda volta in pochi giorni il suo omologo americano Lloyd Austin, con cui ha discusso della «preparazione ad un attacco iraniano che potrebbe portare ad un’escalation nella regione». «Un attacco diretto dell’Iran comporterà una appropriata risposta da parte di Israele» ha spiegato al capo del Pentagono, il quale da parte sua ha assicurato che Tel Aviv può contare sul pieno appoggio degli Usa nella difesa contro Teheran. Mentre dopo l’incontro con il generale Michael Kurilla, capo del Comando centrale Usa (Centcom), Gallant ha sottolineato: «Siamo pronti a difenderci sul territorio e in aria, in stretta cooperazione con i nostri partner. I nostri nemici pensano di poter separare Israele e gli Usa, ma è vero il contrario, ci stanno unendo e rafforzando i nostri legami».

Mentre cresce l’attesa per le mosse della Repubblica islamica, giovedì l’ambasciata americana in Israele ha dichiarato che ai dipendenti pubblici e ai loro familiari sarà vietato qualsiasi viaggio personale al di fuori del centro di Israele fino a nuovo avviso. Francia, Germania e Polonia hanno avvertito i propri cittadini ad evitare viaggi in Israele, Libano, Iran e Territori palestinesi. Molti genitori nello Stato ebraico hanno poi cancellato la registrazione dei loro figli ai viaggi delle organizzazioni giovanili per le festività della Pasqua, e le scuole hanno chiesto agli studenti di portarsi a casa i materiali necessari alle lezioni.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, da parte sua, ha parlato al telefono con l’omologo iraniano Hossein Amir-Ambdollahian rivolgendo un forte appello alla moderazione, e sottolineando che una rappresaglia contro Israele provocherebbe una contro reazione che potrebbe innescare un conflitto ancora più pericoloso per la regione.

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