Cultura e Spettacoli

Haden, vecchio leone che mantiene giovane il contrabbasso jazz

Domani alle 11, al teatro Manzoni di Milano, ha inizio la Sedicesima edizione di Aperitivo in Concerto che offre dodici pregevoli appuntamenti musicali fino al 27 marzo 2011. Fondato come stagione di musica contemporanea europea, l’Aperitivo ha esteso sempre più la propria attività - per merito del presidente Fedele Confalonieri e del direttore Gianni Gualberto - alla musica afroamericana, ricordando che in anni non lontani Milano si era meritata il titolo di «città italiana del jazz».
L’apertura è affidata al Quartet West del contrabbassista, compositore e direttore Charlie Haden, uno dei maggiori artisti di jazz di ogni tempo. Con lui collaborano Ernie Watts al sax tenore, Alan Broadbent al pianoforte e Rodney Green che ha sostituito l’anziano Larance Marable alla batteria, mentre Watts e Broadbent sono accanto al direttore dalla prima riunione dei quartetto avvenuta nel 1987. Charlie Haden ha 73 anni, essendo nato a Shenandoah, nello Iowa, il 6 agosto 1937: l’età è smentita dal volto di eterno ragazzo e dal suono vigoroso del contrabbasso in pizzicato e con l’arco, che si coniuga con un’estrema precisione ritmica e un’intensa espressività. Oggi, dopo più di mezzo secolo di carriera trascorso vicino ai piatti e ai tamburi della batteria in migliaia di concerti, deve soltanto proteggersi l’udìto con delle paratie trasparenti.
Il Quartet West è uno dei gruppi più stimati e celebri che Haden abbia fondato, per tacere di quelli altrui ai quali ha prestato l’opera di strumentista. Il suo itinerario artistico impressiona per la mole di lavoro insolita per un virtuoso di contrabbasso, ossia di un attrezzo che è stato a lungo, nel jazz, subordinato agli strumenti melodici. Per trovare un altro esempio del suo spessore si deve citare Charles Mingus, simile a lui anche per l’impegno civile. Il nome di Haden, dopo studi musicali severi, compare a livello internazionale negli ultimi anni Cinquanta quando fa parte del quartetto del sassofonista Ornette Coleman che propone la svolta del jazz informale. In breve diventa il contrabbassista più richiesto degli Stati Uniti per il suono stupendo e caratterizzante che talvolta ha drammatici effetti di rombo. Lo troviamo accanto ad Art Pepper, Paul Bley, Carla Bley e nella Jazz Composer’s Orchestra. Negli anni Sessanta e Settanta partecipa al gruppo «americano» di Keith Jarrett con il quale incide molti dischi. Una delle sue iniziative più brillanti, tuttavia, è - e rimane ancora - la creazione nel 1969 della Liberation Music Orchestra formata da una dozzina di grandi solisti, alla quale Haden presta la sua opera di compositore, direttore e contrabbassista mentre Carla Bley ne è l’arrangiatrice e la pianista preziosa. La Liberation, difficile da convocare, ha prodotto finora a larghi intervalli soltanto cinque cd e pochi concerti. In compenso ha licenziato partiture e improvvisazioni indimenticabili.
È impossibile, a questo punto, seguire ancora Haden nelle sue molteplici iniziative. Basti menzionare le sue collaborazioni al festival annuale di Montreal che danno vita ai cd intitolati Montreal Tapes e il Quartet West.

Si affrettino i ritardatari a procurarsi il biglietto per il teatro Manzoni: oltretutto si tratta dell’unico concerto italiano.

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