Cronaca locale

I Coldplay stregano Milano. Steccano solo taxi e metrò

Rientro fiume per 60mila spettatori con pochi mezzi Atm: "L'orario è stato prolungato fino all'una di notte"

I Coldplay stregano Milano. Steccano solo taxi e metrò

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I taxi a Milano sono come i fiori cantati da Mia Martini: rari. Dalle sfilate al Salone del Mobile ai concerti, quando c'è un «evento» atteso si fanno attendere anche loro, le auto pubbliche (anche se questa volta la grande assente è stata la metropolitana). L'ennesima «emergenza» si è verificata domenica sera al termine del concerto dei Coldplay a San Siro e ha coinciso con un rientro fiume per i 60mila spettatori, 56mila provenienti da fuori regione: dopo la mezzanotte non funzionava più la metro e i pochi taxi sono stati presi d'assalto. «Se circolavano 800 macchine e gli spettatori erano decine di migliaia, per forza non siamo riusciti a dare un passaggio a tutti» ha dichiarato Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu.

Il disagio ha coinvolto anche i cittadini atterrati in serata a Malpensa, «sono arrivata all'1.30 in Centrale, saremmo stati in 50 tutti in attesa di un taxi. Quando finalmente sono salita sul mio ho appreso dal conducente del trambusto di San Siro. I Coldplay hanno ancora tre serate e i concerti estivi sono 19, speriamo che qualcuno a Milano ci pensi...» è il commento di una lettrice. Atm non sa spiegare cosa sia successo e dichiara che anche domenica sera è stato prolungato l'orario fino all'una. «Lo faremo anche stasera (ieri per chi legge) e il 28 e 29 giugno, l'ultima corsa della M1 e della M5 scatterà all'una di notte, da piazzale Lotto ai rispettivi capolinea».

Giusto ieri Daniela Santanchè, ministro del Turismo, intervenuta a un convegno alla Fondazione Stelline, ha posto l'accento sul problema: «Non ci possiamo permettere che i turisti facciano decine e decine di metri in coda negli aeroporti e nelle stazioni: con l'assessore ai trasporti della Regione (Franco Lucente) incontreremo tutte le sigle dei taxi. Il modo di predisporre l'accoglienza è il primo biglietto da visita. Lo dico a Milano ma potrei dirlo a Firenze, Roma, Napoli. Vogliamo capire cosa si può fare, il turismo non può essere una questione ideologica ma rientra in una visione che devono avere tutte le istituzioni». L'assessore Lucente ha anticipato la volontà di incontrare i taxisti oltre a quella di «impegnarsi a diminuire i tempi di attesa per favorire una mobilità più sostenibile a Milano ma anche a Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023 e a tutte le altre città lombarde».

Per il presidente di Radioblu Boccalini, attribuire la responsabilità di questi disagi ai soli taxisti «denota una visione parziale. Fra chi si serve della mobilità pubblica, il 97,7% usa i mezzi e solo il 2,3% sceglie il taxi. Se Milano scopre questa nuova vocazione turistica e si vuole paragonare alle capitali europee non può chiudere la metropolitana a mezzanotte. A Londra da decenni le corse sono in funzione 24 ore su 24. La nostra città non è in grado di organizzarsi e sta prendendo di mira l'anello debole adducendo come scusa i costi alti.

Ma ogni costo è valutato in base ai benefici, se vogliamo i turisti dobbiamo mettere loro a disposizione i mezzi».

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