Cronaca locale

"I quartieri di Milano ormai sono ghetti. È la città che la sinistra nega"

Il centrodestra smonta un progetto (fallito) di integrazione basato su ideologia e slogan: c'è un problema di sicurezza

"I quartieri di Milano ormai sono ghetti. È la città che la sinistra nega"

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«Via Padova è meglio di Milano» era lo slogan della festa organizzata nel 2010 dall'amministrazione Pisapia per sottolineare la bontà del multiculturalismo, ma soprattutto per abbattere i pregiudizi sulla via, teatro di una guerriglia che aveva provocato la morte di un egiziano. Una festa dal forte valore simbolico per ribadire un concetto di integrazione, rivelatosi fallito. Due giorni fa in via Padova i «Falchi» della Mobile sono stati accerchiati da una trentina di persone chiamate «a raccolta» da un algerino minorenne urlante, nel tentativo di scappare all'arresto. Ma via Padova non è l'unico quartiere ghetto: prima dell'estate la polizia era scappata da un tentativo di aggressione al Corvetto e a San Siro era stata colpita da una sassaiola dalle baby gang.

Così la sicurezza è il tallone d'achille del centrosinistra. Due giorni fa nella diretta instagram con i cittadini il sindaco Sala ha (di nuovo) scaricato la palla sul governo. «Non è facile poter garantire la sicurezza. Le responsabilità sono in maniera molto significativa del governo». Il vero problema è il non voler vedere la questione o, meglio, continuare a negare come a Milano ci siano dei ghetti. «Bisogna affrontare il problema come se fosse un'emergenza - spiega il capogruppo di Fi in Comune Alessandro De Chirico -. A San Siro nella scuola di via Paravia l'87% degli iscritti è straniero. Credo che la base della mancata integrazione sia la questione linguistica, più che religiosa, strumento fondamentale per conoscere e integrarsi nella nostra cultura». Proprio per questo «la Regione aveva provato a mettere il tetto della residenza di almeno 10 anni per l'assegnazione dalle case Aler, ma la legge è stata impugnata» ricorda De Chirico.

È la mixité abitativa come la professava l'allora sindaco Letizia Moratti l'antidoto ai ghetti. «A San Siro, Giambellino, Corvetto, via Padova si verifica un'auto ghettizzazione da parte degli stranieri che vi abitano, e una segregazione al contrario degli italiani. Crediamo - commenta Marco Bestetti, consigliere regionale e comunale di FdI - in un'integrazione ordinata e governata che avviene quando c'è una convivenza pacifica, mentre il centrosinistra tende a imporla». La ricetta del centrodestra è il mix: «Stiamo cercando di allargare le maglie dei criteri per l'assegnazione delle case popolari aumentando la soglia Isee e riservando delle quote a categorie di lavoratori. La legge regionale riserva il 10% delle case Aler alle forze dell'ordine. Ho presentato un emendamento - spiega Bestetti - al piano abitativo annuale del Comune per portare la percentuale riservata dal 5 al 10 per cento».

Il coordinatore della Lega in Comune Samuele Piscina ricorda come sia caduta nel vuoto la richiesta di istituire un comando dei vigili in via Padova. «Quest'idea dell'immigrazione della sinistra per cui chi arriva può fare quello che vuole porta a questi risultati.

Non solo, continuando ad autorizzare luoghi di culto nella stessa via, 3 in via Padova a distanza di pochi metri, non si fa altro che realizzare quei quartieri ghetto che vengono negati in teoria».

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