Roma

Influenza suina: sono tre i casi di contagio nella capitale

L'immunologo Fernando Aiuti spiega che i più vulnerabili sono i soggetti deboli, come i diabetici e gli anziani, ma che la città è preparata ad affrontare l'emergenza

Cresce il numero dei casi di influenza suina e il livello di attenzione nella capitale. Oggi sono risultati positivi un bambino di dieci anni e una ragazza di diciassette, entrambi provenienti dal Messico.
Sale così a tre, il bilancio dei contagiati, mentre sono in osservazione 13 persone che presentano sintomi tipici di questa nuova sindrome influenzale. La Regione ha invitato tutti i soggetti provenienti dal Messico a rimanere a casa, in via precauzionale, e a non frequentare luoghi pubblici per almeno una settimana. Qualora dovessero sentirsi male, devono raggiungere subito i Dea degli ospedali più grandi, dove sono attive equipe mediche preparate per questa emergenza. Sul sito internet www.asplazio.it, inoltre, ci sono le indicazioni sui comportamenti da seguire.
È chiaro che non è facilissimo individuare questo nuovo nemico, proprio perché si presenta con febbre superiore a 38, brividi, sudore, colpi di tosse, ovvero i sintomi di una banale influenza stagionale. «Se una persona ha una febbricola e non è stata di recente in Messico, non deve preoccuparsi - spiega l'immunologo Fernando Aiuti, presidente della commissione speciale politiche sanitarie del Comune -. Questo virus non è diverso dagli altri, nemmeno come tasso di mortalità. Bisogna ricordare che in caso di epidemie sono a rischio soprattutto le persone fragili: anziani, diabetici e soggetti che hanno poche difese».
L'esperto ha anche criticato duramente la riduzione dei posti letto di malattie infettive nelle strutture sanitarie della capitale, soprattutto in questo momento. «Il direttore generale del policlinico Umberto I ne ha tolti 20 su 55, mentre sono stati annunciati tagli allo Spallanzani e Gemelli - dichiara Aiuti -. Di queste cose devono occuparsi i tecnici e non i politici». L'assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso, è intervenuta invece per rassicurare i romani, al termine della riunione tecnica con la commissione emergenza, nata il 27 aprile, presieduta da Aiuti e composta da altri immunologi del calibro di Ferdinando Dianzani, Giuseppe Ippolito, Paolo Rossi e Vincenzo Vullo. «I tre casi accertati nella capitale provenivano tutti dal Messico - ha detto - il che significa che non c'è stato alcun contagio per via aerea. Stiamo valutando, comunque, alcune procedure di emergenza, come ad esempio chiudere una scuola, se ci fossero molti bambini malati. Se una persona è stata in Messico e presenta i sintomi noi consigliamo di andare in primo luogo allo Spallanzani ma anche al Bambin Gesù, al Gemelli o all'Umberto I».
La commissione ha fornito anche alcuni consigli ai cittadini, come quello di non acquistare i farmaci antivirali in farmacia o le mascherine e di evitare di prendere iniziative individuali su misure di profilassi senza indicazione degli esperti. «Nel caso di persone con sospetta influenza, ricoverate in casa in attesa di recarsi in ospedale - dicono gli immunologi - è bene isolarle, areare la stanza attraverso porte e finestre, lavarsi sempre le mani con acqua e sapone e star lontani da loro almeno un metro». La prudenza non è mai troppa.

Domani mattina, infatti, atterrerà a Fiumicino il pugile messicano José Luis Cruz, ma appena sbarcato si sottoporrà ai test rapidi per la nuova A/H1N1. Poi, rimarrà nella sua camera d'albergo fino alla sfida di sabato al PalaTiziano contro il campione italiano Daniele Petrucci, che vale il titolo mondiale dei pesi welter.

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