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Inter, festa scudetto a San Siro ed esplode la "Mou-mania"

Il popolo nerazzurro esulta con Moratti, Mou e suoi nella cornice più bella: il Meazza. E lo fanno battendo 3 a 0 il Siena. festa grande sugli spalti e ancora caroselli in città. E Mourinho parla già di calcio mercato: Milito è vicino...Moratti: da Mou le motivazioni giuste, spero che Ibra resti con noi

Inter, festa scudetto a San Siro 
ed esplode la "Mou-mania"

Milano - Una enorme coreografia che ha preso l'intero secondo anello ha dato il via ai festeggiamenti per lo scudetto nerazzurro prima della sfida Inter-Siena: 'Il biscione è di nuovo campione", recita un grande striscione appeso dalla curva nord mentre gli spalti si è colorato di nerazzurro e del Tricolore. Un po' tutto il catino è cosparso di cartelli con la scritta "Zero tituli" e di scudetti con il numero 17, come quello che hanno portato in campo al loro ingresso Zanetti e compagni prima di allinearsi davanti alle panchine. Così tutta la partita diventa una "movida" nerazzurra, la Grande festa della Milano interista che ha vinto, anzi, stravinto con largo anticipo, lasiando davvero indietro gli avversari. Un'Inter da record, questa, che come ha ricordato ieri il suo uomo simbolo, Ibrahimovic, ora è pronta "a vincere tutto". E il riferimento alla Champions è preciso... messaggio anche per Special One e presidente, insomma, quello lanciato dallo svedese.

Eplode la Mou-mania Già proprio così, perché il popolo interista è in delirio proprio per lui, Mourinho l'antipatico vincente. In attesa della Champions League. Il portoghese ha dominato nei cori e negli striscioni di San Siro, quasi colmo per la passerella d'onore con il Siena dopo la conquista del titolo senza giocare. Se non c'era il suo nome sulla stoffa, c'era la sua frase più famosa: "Zero tituli", scritto in una varietà di modi che sarebbe piaciuta ai dadaisti. E quando lo stadio gli ha chiesto di saltare per dimostrare di non essere rossonero sono bastati un paio di "saltini" lievi per mandare in deliquio la gente sugli spalti. C'é questo di eccezionale in una celebrazione che ha avuto anche il giro di campo con il bandierone scudettato e il numero 17, i fuochi d'artificio e la musica di Ligabue, degli 883 e degli U2. E poi i figli dei giocatori sul campo, "Pazza Inter amala" in dosi massicce, una standing ovation per il presidente Massimo Moratti, qualche striscione divertente e molti volgari.

Tributo a Ibra Dopo Mou tocca a lui, lo Special Two: Zlatan Ibrahimovic. Non lo dice solo la quantità di magliette con il suo nome addosso ai tifosi. Lo dice il ruggito delle curve quando lo speaker pronuncia il nome dello svedese (e lo speaker stavolta era Paolo Bonolis, che non ha resistito a usare il mantra 'Zero tituli'). Lo dicono i messaggi struggenti e speranzosi sulle gradinate: "Ibra resta, continua la festa" oppure "Ibra forever, fischi never".

Tripletta col Siena Con un sonoro 3-0 ad un Siena senza particolari motivazioni né ambizioni, ma anche un po' sfortunato, l'Inter ha suggellato sul campo e festeggiatoal Meazza il suo 17/o scudetto, già conquistato matematicamente ieri grazie alla sconfitta del Milan a Udine. La squadra di José Mourinho, sempre più 'Special One', vola a 81 punti, 10 più dei cugini rossoneri e 13 più della Juve, che patisce l'assenza di pubblico e si fa fermare in casa (2-2) dall'Atalanta. E' stata una passerella davanti ad un pubblico in delirio, ma non una passeggiata, almeno fino al 2-0, quella dell'Inter. I toscani hanno dato filo da torcere agli avversari, colpendo due pali e segnando una supremazia in fatto di corner (9-3). Ma i gol li hanno fatti i nerazzurri: Cambiasso, poi nella ripresa Balotelli e Ibrahimovic. E appare simbolico e assolutamente non casuale che la rete definitiva sia venuta proprio dallo svedese, goleador, leader, uomo-chiave e uomo-squadra dell'Inter.

Morinho: partita seria "é stata una partita seria, i miei ragazzi non hanno scherzato". José Mourinho si felicita con i suoi giocatori per il secco 3-0 con cui hanno battuto il Siena e festeggiato lo scudetto conquistato già ieri dopo il ko del Milan a Udine. Ai microfoni di Sky racconta che il giocatore della rosa che lo ha sorpreso di più è stato Zanetti: "Sapevo che è una forza della natura, ma non pensavo fosse questo uomo. E poi il suo passaporto deve essere sbagliato. Non può può avere 36 anni, devono essere al massimo 25-26". Il campionato italiano "é difficile - aggiunge parlando a 'Controcampo' su Retequattro - e se vincere il primo, il secondo e gli altri scudetti è stato difficile, il quinto sarà ancora più complicato". Il tecnico nerazzurro parla anche di calcio mercato. "Ormai si può dire: l'Inter non è molto lontana da Milito del Genoa, un attaccante nel massimo della condizione. Ci serve un secondo centravanti. Poi quest'anno abbiamo avuto grandi difficoltà a centrocampo e qui servono due giocatori con forza fisica e capacità tattiche diverse da quelle che già abbiamo. E poi un difensore, oltre a due o tre della Primavera, che mi piacciono molto". Il tormentone 'zero tituli' è ormai famoso, ma Mourinho rende onore a Juventus e Milan. "Sono state due grandi avversarie che, prima l'una, poi l'altra, ci hanno reso la vita dura". E certe battute acide? "Solo una strategia di comunicazione - assicura il portoghese - ma senza voler mai mancare di rispetto alle società".

Moratti: da Mourinho le motivazioni giuste "Bisognerà anche vendere per un mercato equilibrato. Poi bisogna avere esattamente in testa chi ci serve. Quindi cercheremo di arrivarci". Il presidente Massimo Moratti risponde così, ai microfoni di Sky, all'elenco delle richieste di José Mourinho per l'Inter della prossima stagione: un attaccante che rimpiazzi Adriano, due centrocampisti di quantità e qualità ed un difensore tecnico, capace di far ripartire l'azione. Poi si complimenta con la squadra per il quarto scudetto consecutivo: "I giocatori hanno mostrato grandissima professionalità e motivazioni. In questo è stato bravissimo Mourinho, nel fargli ritrovare le motivazioni e farli ripartire da capo. E chissà cosa sarà capace di inventarsi l'anno prossimo". Zlatan Ibrahomovic ha applaudito i tifosi, dopo il suo gol. In altre occasioni c'era stato qualche attrito. Resterà?: "Bisogna capirne il carattere ed il suo modo di fare. E' un professionista serissimo, spero che voglia rimanere con noi e credo di sì". Il presidente ha poi svelato che prima della partita Mourinho gli ha regalato un orologio da polso. "E' stato un gesto molto bello - ha detto - che dimostra che uomo generoso sia. Ci siamo scambiati l'orologio, ma quello che mi ha regalato lui è complicatissimo. Spero di imparare a farlo funzionare".

Alle spalle, ma lontano dall'Inter, è ancora lotta aperta per i posti-Europa. Del deludente pari della Juve, che perdono l'occasione di andare a -1 dal Milan, approfitta la Fiorentina, che con un gol di Gilardino regola la Samp e si porta a un punto dal terzo posto dei bianconeri. Buono per i viola anche il risultato del Genoa, che si fa bloccare 2-2 in casa dal Chievo e dice sostanzialmente addio al sogno Champions. Ma i rossoblù sono matematicamente in Uefa e i loro tifosi comunque festeggiano: per questo e, probabilmente, anche perché Gasperini annuncia che resterà. E resterà - "al 99%", a quanto dice lui stesso - anche Ranieri alla Juve, nonostante il finale di stagione deludente. A porte chiuse - sanzione per i cori razzisti contro Balotelli durante Juve-Inter del 18 aprile - i bianconeri sono costretti, da un'Atalanta che colpisce tre traverse e sfiora anche il colpaccio, al quinto pareggio consecutivo (e prima c'era stata la sconfitta esterna col Genoa). Il tecnico confessa foscolianamente: "Non siamo più quelli che eravamo". In coda alla classifica, non c'é ancora nessuna squadra matematicamente retrocessa né, tra le ultime cinque, nessuna matematicamente salva. Colpo grosso del Torino, che fa un salto in avanti verso la permanenza in A vincendo 2-1 a Napoli - unico successo esterno della 36/a giornata - e così approda al quartultimo posto. Con un gol di Volpi al 48' della ripresa, il Bologna batte il Lecce 2-1 nello spareggio salvezza e va a 33 punti, uno in meno dei granata. Ora per i pugliesi si fa durissima: sono fanalino di coda a 29 punti e devono affrontare Fiorentina e Genoa.

Alla luce di questi risultati, la vittoria per 2-1 della Reggina sul Cagliari è quasi inutile, non riuscendo a scollarla dal penultimo posto.

Il Palermo mantiene vive le sue speranze Uefa superando in casa 2-0 la Lazio, evidentemente appagata dalla Coppa Italia. I rosanero restano al 7/o posto, a due punti dalla Roma che ieri aveva faticosamente e in zona Cesarini battuto il Catania 4-3. 

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