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"Anche il politico è invitato ai festini hard". Basta una frase e scatta la gogna mediatica

Un'intercettazione cita il vicepresidente, non indagato: "Io estraneo, parlerò ai pm"

"Anche il politico è invitato ai festini hard". Basta una frase e scatta la gogna mediatica

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"Anche il politico è invitato ai festini hard". Basta una frase e scatta la gogna mediatica

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Chi aveva ancora dubbi sulla necessità di riformare la giustizia e dire basta alle intercettazioni irrilevanti che violano la privacy di persone estranee alle indagini si deve arrendere. La storiaccia che arriva dalla Liguria lambisce un politico di primo piano, estraneo alle indagini ma citato in un'inchiesta che ne ha travolto reputazione e carriera. Il linciaggio contro il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana inizia da alcuni articoli di giornale che riprendono alcune frasi estrapolate dal contesto che lo vorrebbero tra gli invitati a un festino hard con altri personaggi influenti a base di escort e droga.

Un'ipotesi de relato, non verificata ma già letteratura giudiziaria buona per scatenare la sinistra. «Da privato cittadino non ho mai frequentato festini, non sono mai andato con escort, non ho mai fatto uso di droghe leggere o pesanti che siano, sarei un belinone (un cretinone, ndr) se lo facessi», è il commento di Piana. La notizia sull'indagine della Procura di Genova in cui viene menzionato rischia di travolgerlo senza che a lui sia imputato alcunché: «La mia massima trasgressione è bere una bottiglia di Vermentino, di Pigato o di Granaccia - è costretto a dire per difendersi da accuse ingiuste - vivo un incubo surreale che non auguro a nessuno, neanche ai cosiddetti nemici». Le frasi di circostanza sulla stima per gli inquirenti racchiudono anche l'appello a chiarire la sua posizione: «Mi sarei aspettato di essere chiamato, devo chiarirò nelle prossime ore o giorni. Lo devo alla mia famiglia, ai cittadini che rappresento, al mio partito».

Nel frattempo gli avversari hanno già deliberato in Cassazione, senza appello, la sua condanna politica. È Ferruccio Sansa, consigliere di minoranza ed ex candidato governatore, a invocare le sue dimissioni. Lo fa in un post su Facebook in cui compare la foto del politico. Sansa parla di Bunga bunga sul monte Fasce, la località sulle alture di Genova teatro delle seratine piccanti alle quali - secondo le rivelazioni di uno degli indagati - sarebbe stato invitato anche il vicepresidente ligure. Senza prove. In Consiglio regionale la maggioranza fa quadrato a difesa di Piana, anche l'opposizione non sembra voler partecipare alla gogna mediatica. M5s e Pd si dissociano e Sansa è costretto a precisare la sua posizione forcaiola: «Una persona al centro di un episodio di cronaca di questo tipo, se fosse stato presente ma anche se non lo fosse stato, deve valutare le dimissioni perché rischia di essere condizionabile».

Una frase perfetta per spiegare perché la riforma è inevitabile.

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