Interni

"Attacco all'Inps". La lagna di Tridico contro il governo

La riforma alla governance degli enti previdenziali pubblici, che ha portato a un suo commisariamento, fa indignare l'economista vicino ai Cinque Stelle. "Atto scorretto, ma non farà ricorso"

"Attacco all'Inps". Tridico si dispera per il commissariamento

Ascolta ora: ""Attacco all'Inps". Tridico si dispera per il commissariamento"

"Attacco all'Inps". Tridico si dispera per il commissariamento

00:00 / 00:00
100 %

"È un attacco verso l'Inps". La lamentazione di Pasquale Tridico è risuonata in diretta su La7. All'economista vicino ai Cinque Stelle non è piaciuta la riforma della governance degli enti previdenziali pubblici apportata dall'esecutivo, a seguito della quale si è ritrovato commissariato in attesa che vengano attuati gli adeguamenti previsti. Così, interpellato da Lilli Gruber sull'argomento, il successore di Tito Boeri si è lasciato andare a un indignatissimo sfogo contro il governo Meloni.

"Il mio mandato sarebbe scaduto il 15 aprile 2024. Non è tanto un attacco verso di me ma verso le istituzioni. È un attacco verso l'Inps, che tra l'altro ha una legge speciale che ne garantisce l'indipendenza e l'autonomia, perché commissaria addirittura anche il direttore generale", ha lamentato Tridico. E ancora: "Quando sono arrivato nel 2019 il direttore generale era stato nominato dal mio predecessore ed è rimasto fino alla scadenza nel 2022, quando abbiamo nominato un nuovo direttore generale". Poi l'economista ha difeso in tono solenne il proprio operato alla guida dell'ente previdenziale.

"È un attacco a un'istituzione che ha fatto tanto in questo periodo, in modo indipendente e autonomo a sostegno del Paese gestendo la pandemia, garantendo quella trasformazione digitale che anche le altre amministrazioni portano avanti, che ha assunto 12mila persone in quattro anni contrariamente a tante altre pubbliche amministrazioni e che ha aumentato la produttività riducendo i tempi di liquidazione", ha aggiunto, parlando chiaramente pro domo sua.

Così la riforma del governo si è trasformata - nel j'accuse di Tridico - in un "atto scorretto" che minerebbe l'autonomia dell'ente. A quel punto l'obizione, piuttosto facile, è arrivata dalla stessa Gruber, la quale ha ricordato all'economista che la sua nomina era avvenuta in quota Cinque Stelle. Dunque, al netto delle riforme, un avvicendamento nel suo ruolo poteva anche essere nell'ordine delle cose. Ma il commissariato presidente Inps ha insistito: "Tutti i presidenti sono di nomina politica, come i miei predecessori. Il problema è usare uno strumento, il commissariamento, previsto per gli enti pubblici quando ad esempio sorgono problemi di mafia, gravi inefficienze oppure il cambiamento radicale di una governance, che viene utilizzato per anticipare le scadenze degli organi, è un atto scorretto e che mina l'autonomia. Perché mi hanno cacciato? Bisognerebbe chiedere ad altri".

"Lo spoils system esiste, in genere ci sono novanta giorni di tempo per alcune agenzie e istituti dentro i quali il governo può nominare, ma non per Inps, che tra l'altro è posseduta per i due terzi del suo bilancio da sindacati e aziende", ha proseguito l'economista calabrese, lamentando infine: "C'è un'influenza del potere politico nei confronti di un potere amministrativo che dovrebbe far riflettere i giuristi". Poi però, dialogando con la Gruber, Tridico ha precisato: "Non penso di fare ricorso in nessun modo".

Tanto rumore per nulla.

Commenti