Interni

Bergoglio scherza: "Siamo vestiti uguali"

Sintonia tra il Santo Padre e la leader. La benedizione negata a un cane

Bergoglio scherza: "Siamo vestiti uguali"

Ascolta ora: "Bergoglio scherza: "Siamo vestiti uguali""

Bergoglio scherza: "Siamo vestiti uguali"

00:00 / 00:00
100 %

Sintonia di pensiero e armocromia di fatto, strette di mano, gesti di intesa e un affondo sull'affetto per i cani che non può sostituirsi a quello per i figli. È un incontro ricco di spunti e di sorprese quello che porta sullo stesso palco Papa Francesco e Giorgia Meloni a discutere dell'emergenza culle e della natalità come cantiere di speranza. Sorprese che iniziano fin dal primo mattino con il Pontefice che arriva in anticipo e accolto da un applauso fragoroso delle tante scolaresche riunite nell'aula, siede su una poltrona circondato da una trentina di bambini seduti a terra o su poltroncine che indossano felpe blu con il logo dell'evento. Il Papa li saluta, poi ascolta i vari interventi: Meloni, ma anche Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità (che da 21 anni indossa soltanto i sandali per via di un voto fatto dopo un viaggio in Terra Santa) da sempre motore delle iniziative che vogliono rimettere in moto la stanca demografia dell'Italia. Poco prima Papa Francesco si era intrattenuto in un colloquio riservato prima con De Palo e Meloni, poi soltanto con la presidente del Consiglio. Un faccia a faccia più che cordiale, durato più del previsto in cui è possibile ipotizzare anche un confronto sull'incontro che entrambi avranno oggi a Roma con il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. La sintonia, dicevamo. Sì, perché una volta finito l'intervento, Papa Francesco con la mano fa un segno di assenso al discorso della presidente del Consiglio. E poi quando entrambi sono seduti si concede una battuta scherzosa: «Oggi siamo vestiti uguali», dice facendo riferimento al fatto che Giorgia Meloni è vestita di bianco. Una circostanza su cui si sofferma anche Repubblica.it, facendo notare che «pur non trovandosi in Vaticano, dove vige un dress code che richiede di optare per una precisa gamma cromatica, l'abbigliamento candido di fronte al Pontefice è una possibilità che spetta solo alle regine e alle consorti dei re di religione cattolica». E anche Claudia Gerini a «Un giorno da pecora» dice «non mi sarei vestita così, avrei messo qualcosa di lilla». Ma in realtà quella della premier è stata una scelta assolutamente casuale, una semplice dimenticanza di chi sceglie il proprio abito di prima mattina. Papa Francesco fa il suo intervento rimanendo seduto. «Mi scuso di non parlare in piedi, ma non tollero il dolore». Ma alla fine dell'intervento di Giorgia Meloni si alza in piedi per pochi secondi e le stringe la mano. Infine c'è spazio per un aneddoto, anzi per «due fotografie», due scene avvenute in Piazza San Pietro. La prima è quella già citata in altre occasioni del suo segretario che in Piazza ha incontrato una signora col passeggino con dentro alcuni cagnolini. L'altra risale a quindici giorni fa: «All'udienza generale è arrivata una signora, 50enne più o meno. Come me...», dice con una battuta che suscita le risate dei presenti. «Saluto la signora e lei apre la borsa e dice: Me lo benedice il mio bambino?'. Il cagnolino... Io non ho avuto tanta pazienza, l'ho sgridata e le ho detto: Signora, tanti bambini hanno fame e lei con il cagnolino». «Queste sono scene del presente ma se le cose vanno così, sarà l'abitudine del futuro». Parole che suscitano qualche protesta da parte delle associazioni animaliste. Alla fine Papa Francesco e Giorgia Meloni posano sul palco per una foto con i bambini di una terza elementare della scuola Villa Flaminia, e ricevono un bonsai dagli organizzatori.

Il tutto suggellato da una robusta stretta di mano.

Commenti