Interni

Crosetto: “Conte mi disgusta”. E lancia l’allarme sul livello della Difesa

Il ministro della Difesa ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica: "Il terrorismo non è mai finito"

Crosetto: “Conte mi disgusta”. E lancia l’allarme sul livello della Difesa

Ascolta ora: "Crosetto: “Conte mi disgusta”. E lancia l’allarme sul livello della Difesa"

Crosetto: “Conte mi disgusta”. E lancia l’allarme sul livello della Difesa

00:00 / 00:00
100 %

Non usa mezzi termini, Guido Crosetto. Il ministro della difesa è “disgustato” dalle parole di Giuseppe Conte sul posizionamento internazionale dell’Italia. Ma è anche preoccupato per lo stato dell’arte delle forze armate in un Paese che spende troppo poco e che se oggi subisse “un attacco come quello subito dall’Ucraina” non sarebbe pronta a difendersi. Non lo dice espressamente, Crosetto, lascia il discorso in sospeso. Ma lo fa capire chiaramente: il livello della Difesa dal punto di vista militare, di armamenti e di formazione non è all’altezza delle sfide che è chiamata ad affrontare.

Ospite di Quarta Repubblica, il ministro parte dalla cronaca ricordando che “il terrorismo non è mai finito” e che quanto successo al Crocus City Hall di Mosca non ha alcun collegamento con la guerra in Ucraina. Semmai, in questi mesi l’Occidente si è dimenticato che “gli attentati continuano ad avvenire ovunque”, dall’Africa al Pakistan, anche se non colpiscono direttamente l’Europa. “Il terrorismo è un fenomeno endemico, indipendente dai teatri di guerra, che va combattuto quotidianamente - spiega Crosetto a Nicola Porro - e le nostre forze armate e di polizia lavorano ogni giorno per prevenirlo e per sconfiggerlo”. Nulla infatti ha distolto l'attenzione da questa attività di controllo, nemmeno i conflitti in giro per il mondo, come dimostrano le numerose espulsioni di presunti jihadisti negli ultimi anni.

Oggi il Viminale ha confermato l’allerta in vista della settimana di Pasqua. Roma sarà attenzionata speciale, per ovvi motivi religiosi. Ma continuano ad essere monitorati gli obiettivi sensibili in tutto il Paese, soprattutto quelli che hanno un qualche collegamento con Israele. Perché se è vero che il jihadismo “è indipendente dai teatri di guerra”, resta scontato che il conflitto in corso a Gaza contribuisce ad innalzare i pericoli.

Durante l'intervista, il ministro si scalda però quando il discorso vira sull’altra guerra, quella in Ucraina. Crosetto è sorpreso dalle tante manifestazioni pacifiste “pro-Gaza”, cortei in cui si intima a Israele di deporre le armi ma dove nessuno ha mai osato chiedere una tregua per l'Ucraina. Come mai? “Una parte del Paese - dice il ministro - si scandalizza per i morti” a targhe alterne. “Io vorrei una risoluzione Onu anche per l’Ucraina, oppure per entrambe, invece si vede sempre questo doppiopesismo che divide le comunità”.

Ed è qui che il ministro prende di mira il leader del M5S, che in parlamento aveva criticato la posizione italiana sul conflitto a Kiev. “Mi disgusta vedere un ex presidente del consiglio fare un discorso così demagogico - attacca Crosetto - Mi disgusta come cittadino. Usare le parole di falsità senza rendersi conto che così si fa male al proprio paese non è tollerabile, per una persona che ha rivestito un ruolo istituzionale come quello".

Conte sa, ripete Crosetto, che non c'è nessun soldato italiano a Kiev “e mai ci sarà”. Conte sa che non è intenzione dell’Italia entrare in guerra con la Russia. E sa anche bene che il Belpaese sta facendo di tutto per favorire la pace. Ma non è l’Italia “a dover negoziare”, semmai sono Mosca e Kiev a doversi sedere al tavolo. "L'Ucraina è stata invasa e ha il diritto di difendersi - continua l'esponente FdI - Mi chiedo perché in questi mesi Conte non si è mosso come ho fatto io per chiedere una tregua direttamente alla Russia: è folle pensare di smettere di dare aiuto a chi viene bombardato piuttosto che chiedere a chi bombarda di smettere".

Alzare le mani e girarsi dall’altra parte, lasciando campo libero ai tank moscoviti, sarebbe vigliacco: un po' come permettere a dei bulli di picchiare un ragazzino domandandosi a pestaggio in corso cosa possa aver detto per provocare una simile reazione. Significherebbe anche far passare “un principio” pericoloso, ovvero l’idea che “un paese possa invaderne un altro” impunemente. Un principio che un giorno potrebbe valere anche per chi volesse conquistare l’Italia.

E se le risorse spese per Difesa non sono sufficienti, beh: allora non ci sarebbe da dormire sonni tranquilli.

Commenti