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"Eletta col Porcellum", "Bugiardo". Litigio Renzi-Meloni sulla Costituzione

A pochi giorni dal referendum del 4 dicembre 2016 l'allora presidente del Consiglio stuzzicò la leader di Fratelli d'Italia sulle liste bloccate e su come invece sarebbe cambiato l'assetto istituzionale

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E chi mai poteva sospettare il 23 novembre 2016 che, dopo qualche tempo, lei avrebbe preso il posto di lui a Palazzo Chigi? Certo, prima ci passeranno i vari Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte (due volte) e Mario Draghi. Ma quel lungo passaggio di testimone tra Matteo Renzi e Giorgia Meloni viene perfettamente inquadrato sette anni fa dalle telecamere di Rai1, quando i due - su sponde opposte - dibattono in prima serata sul Sì o No alla riforma costituzionale voluta dall'ex sindaco di Firenze. Mancano undici giorni a quel fatidico 4 dicembre 2016 in cui il destino dell'assetto istituzionale dell'Italia verrà deciso dagli elettori tramite il voto al referendum e gli animi si surriscaldano prepotentemente.

Renzi va all'attacco

Nel salotto di Bruno Vespa va in onda uno speciale Porta a Porta intitolato "Speciale referendum: sì o no". Gli ospiti i studio sono tutt'altro che di poco conto: a favore del Sì (oltre a Renzi), ci sono schierati il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il sindaco di Verona, Flavio Tosi, mentre il No è rappresentato dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e dal deputato di Sinistra Italiana Alfredo D'Attorre (oltre alla Meloni). Le due e ora e mezzo di confronto tra i sei esponenti politici vedono il loro momento clou attorno alle ore 23.20. Renzi va all'attacco: "Meloni continua a parlare dell'elezione degli italiani, ma lei dimentica di essere andata tre volte in Parlamento con il Porcellum". Qua la presidente di Fratelli d'Italia lo blocca subito: "Io almeno ho tentato di modificare quella legge elettorale con le preferenze e lei no: ha mantenuto le liste bloccate. Ma non è che uno si può fare insultare senza motivo".

La coerenza della Meloni

Il segretario del Partito Democratico cerca di rispiegare le proprie ragioni: "Il fatto che le ricordi che lei è stata eletta per tre volte col Porcellum non è insulto, è la realtà". "Ma il suo Italicum prevede le liste bloccate oppure no?", replica Meloni. Al "no" secco espresso da Renzi, la deputata sbotta: "Ma lei è un bugiardo! Ma come fa a presentarsi al cospetto del popolo italiano? Io sono veramente basita". Appena riprende la parola, Matteo Renzi ribadisce: "Lei è stata messa in liste bloccate da Forza Italia, fatte da Denis Verdini". La contro-replica è immediata: "Io me sono andata dal Pdl e mi sono fatta rieleggere da un partito che ho fondato io a quaranta giorni dal voto, mentre Denis Verdini se l'è preso lei e governa con lei. Non racconti bugie sulla mia storia personale". Il tutto termina con Vespa che sbotta e che le vieterà di potere parlare fino al termine della trasmissione.

Su un elemento, comunque, Giorgia Meloni dimostrerà tutta la sua coerenza quando - proprio in quel programma - a un certo punto disse: "Io tenterò di cambiare la Costituzione quando dovessi mai essere nel suo ruolo, ma sicuramente non voglio arrivare presidente del Consiglio come lei: ci voglio arrivare eletta dagli italiani e non con inciuci di palazzo".

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