Interni

"Fascina non ha l'obbligo di tornare ma un vincolo morale verso gli elettori"

Cesare Pozzoli, esperto di diritto del lavoro, sulla deputata assente dal Parlamento dopo la scomparsa del Cavaliere: "Non è questione giuridica ma politica"

"Fascina non ha l'obbligo di tornare ma un vincolo morale verso gli elettori"

Ascolta ora: ""Fascina non ha l'obbligo di tornare ma un vincolo morale verso gli elettori""

"Fascina non ha l'obbligo di tornare ma un vincolo morale verso gli elettori"

00:00 / 00:00
100 %

Un lutto inconsolabile. Qualcosa che comincia a creare disagio persino fra gli amici di Forza Italia e interroga gli esperti diritti del lavoro. «In linea generale l'elaborazione del lutto può riempir uno, due giorni, massimo tre - spiega l'avvocato Cesare Pozzoli, uno dei più noti giuslavoristi milanesi - può dipendere dai contratti collettivi e c'è anche qualche contratto che distingue il grado di parentela del defunto. Un conto è se ti muore la mamma, altra cosa è un figlio». Marta Fascina ha perso Silvio Berlusconi e da quasi 4 mesi vive ritirata e non frequenta il Parlamento.

Quanto può andare avanti una situazione del genere?
«Chiariamo subito che la posizione del deputato non è paragonabile o assimilabile a quella dell'operaio, dell'impiegato o del dirigente».

Non ci sono gli obblighi che valgono per le altre categorie?
«Chi va in ufficio o in azienda ha a disposizione questa finestra temporale di un paio di giorni. Poi deve farsi forza e rientrare nel circuito produttivo. Fra l'altro c' è chi ritiene che spesso la fatica quotidiana è un modo per alleviare e superare il distacco dalla persona amata».

Ma se non ce la fa?
«Occorre intendersi su questo concetto. Non siamo nel campo della compassione, della discrezionalità o di un malinteso buonismo. Se uno ha un crollo, una malattia, un esaurimento nervoso, si farà certificare questo stato di grave prostrazione dal medico e con lo scudo di quel certificato potrà rimanere a casa, per un periodo che può arrivare fino a un anno. Naturalmente, il lavoratore in questione può essere sottoposto in qualsiasi momento ad una visita fiscale dei medici dell'Inps».

Non sarà così nel caso della Fascina.
«Direi proprio di no. I parlamentari non hanno certo il dovere giuridico di andare a Montecitorio o Palazzo Madama e i giornalisti si divertono spesso a compilare classifiche degli assenteisti che incassano migliaia di euro ma non hanno tempo per raggiungere il Palazzo. Qui stiamo raccontando un'altra storia, segnata dalle lacrime e da un dolore devastante».

E però si moltiplicano gli appelli rivolti alla deputata. Paolo Berlusconi l'ha invitata nei giorni scorsi a riprendere la vita, ma lei ha disertato pure l'appuntamento di Paestum. Che succede se lo stallo non si sblocca?
«È un problema che non può essere affrontato con le armi del diritto, o meglio non esistono obblighi giuridici. Sono in gioco sentimenti profondi, una sensibilità fortissima e insieme il proprio senso di responsabilità. È chiaro che ci si deve muovere con delicatezza in un terra che pensiamo di conoscere e invece ci sfugge».

Insomma, cosa accadrà?
«Io credo che nessuno voglia mettere fretta a una donna che ha assistito alla morte dell'uomo che amava; le sollecitazioni di queste ore mi sembrano inviti accorati a riprendere il posto che le spetta in società. Tutti si augurano che Marta Fascina trovi le energie e le risorse per riavvicinarsi a Montecitorio. Non ci sono adempimenti, semmai verso gli elettori, sotto il profilo morale. Se l'impossibilità a riprendere lo spazio pubblico dovesse proseguire, penso che lei ne prenderebbe atto.

E a quel punto ragionerebbe sulle proprie dimissioni, proprio per rispetto verso le istituzioni, i cittadini che l'hanno votata e la vita pubblica del Paese».

Commenti