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"Ha già risolto lui". Meloni spegne il caso La Russa

A margine della sua visita a Vinitaly, il premier ha commentato le dichiarazioni del presidente del Senato sulla strage di via Rasella

"Ha già risolto lui". Meloni spegne il caso La Russa

Giorgia Meloni spegne definitivamente qualsiasi tipo di polemica che ha recentemente riguardato le parole di Ignazio La Russa sulla strage di via Rasella. "È stata una sgrammaticatura istituzionale, ma l'ha risolta lui". Il presidente del Consiglio, a margine della sua visita a Vinitaly a Verona, ha risposto quindi così a una domanda posta da una giornalista della trasmissione Piazzapulita. Termini per i quali, come sottolineato dal premier, anche lo stesso presidente del Senato aveva già compiuto un'autocritica. Quelle parole, infatti, le "ha già commentate lui, ha anche chiesto scusa", ha aggiunto la Meloni.

Le parole di La Russa

Venerdì 31 marzo, parlando della strage di via Rasella del 1944, La Russa aveva definito l'azione partigiana condotta contro un reparto delle forze d'occupazione tedesche come "una pagina tutt'altro che nobile della Resistenza", avventurandosi poi in una ricostruzione secondo la quale a rimanere uccisi nell'azione gappista "furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS".

Nemmeno 24 ore più tardi, la seconda carica dello Stato aveva prontamente chiesto scusa. "Ho sbagliato - aveva detto - a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo". Per poi aggiungere: "Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi, anche in forza di resoconti imprecisi, abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso".

Le proteste dell'Anpi

Le scuse di La Russa, tuttavia, non erano bastate per placare gli animi tra le opposizioni. Subito dopo, infatti, i soliti noti della sinistra-sinistra avevano firmato un appello per chiedere le dimissioni di La Russa da presidente del Senato. Non solo, ma venne anche sbandierato il non-invito al 25 aprile. Non è affatto automatico - ha spiegato il presidente di Anpi Milano, Roberto Cenati - anzi, dal 2009 solo due presidenti hanno parlato dal palco. "È chiaro che al corteo partecipa chiunque vuol partecipare, aveva comunque concesso Cenati, aggiungendo poi che la decisione era stata presa da tempo. Ma certo le parole di La Russa - ha sottolineato - sono davvero infelici. Il presidente del Senato - ha detto - dovrebbe essere un punto riferimento per tutti, e lui sta facendo un'azione divisiva denigrando la resistenza.

Se dovesse presentarsi spontaneamente? Non parlerebbe.

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