Interni

Israele, niente mozione bipartisan: le opposizioni si spaccano in tre

Nonostante tutti, a parole, fossero concordi a sottoscrivere un documento unitario per tutto il Parlamento, i distinguo dei giallorossi sono stati decisivi per rompere il patto iniziale con la maggioranza

Israele, niente mozione bipartisan: le opposizioni si spaccano in tre

Ascolta ora: "Israele, niente mozione bipartisan: le opposizioni si spaccano in tre"

Israele, niente mozione bipartisan: le opposizioni si spaccano in tre

00:00 / 00:00
100 %

Alla fine la tanto declamata disponibilità delle opposizioni di costituire una mozione parlamentare comune bipartisan contro Hamas è andato in frantumi. I tentativi con i quali la maggioranza stava andando incontro al centrosinistra si sono dovuti arenare alla questione relativa alla proporzionalità nella difesa e nella risposta di Israele all'aggressione subita e alla questione palestinese, da anni sempre molto cara al mondo della sinistra. Una posizione che odorava molto di ambiguità - quella dei giallorossi - che ha di fatto costretto il centrodestra a presentare una propria mozione unitaria, mentre le sinistre si sono spaccate addirittura in ben tre tronconi: da una parte Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, da un'altra +Europa e infine, ancora più distante, Azione e Italia Viva.

I paletti della sinistra sulla mozione

Il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Madama, Francasco Boccia, ha tentato di addossare la responsabilità di questa mancata unione complessiva del Parlamento al governo, sostenendo che "la maggioranza ci ha comunicato di aver preparato un proprio testo di risoluzione. A questo punto abbiamo deciso di predisporre una nostra risoluzione". Peccato che, già nelle prime ore della mattinana, fosse stato Angelo Bonelli dei Verdi a mettere dei paletti e dichiarando che il suo partito l'avrebbe sottoscritta solamente se ci fosse stata presentata soltanto "la condanna dell'atto terroristico", senza entrare nei dettagli dell'azione militare di Israele. E così, ecco che le Camere hanno dovuto votare ben quattro mozioni diverse, seppur alla fine sono state approvate tutte con il parere favorevole del governo, che però ha chiesto di stralciare dalle premesse di Pd-M5s-Avs quella sull'insediamento dei coloni in Cisgiordania, votata a parte e respinta con 122 sì e 172 no.

La maggioranza ha proposto una mozione parlamentare in cui ribadisce che il governo è impegnato "ad agire per evitare che arrivino fondi a Hamas – attraverso canali istituzionali, organizzazioni internazionali o privati – che vengano utilizzati per finanziare attacchi terroristici e incitare all’odio verso Israele; a sviluppare un’azione diplomatica con i principali partner e attori regionali per evitare l'escalation del conflitto". Il documento, dunque, nel riassumere i fatti degli ultimi giorni, incoraggia una "condanna del ricorso a torture e massacri disumani indiscriminati". Nel dispositivo dell'area giallorossa (Pd, 5 stelle e Verdi-Sinistra) si chiedeva invece di "attivarsi immediatamente affinché l'Italia partecipi e sostenga ogni iniziativa, sia in seno all'Ue, che insieme agli alleati", che permetta di "giungere alla liberazione di tutti gli ostaggi, di evitare l'escalation militare, di proteggere le popolazioni civili e garantire ad Israele il diritto di esistere e difendersi". Si impegna altresì il governo di "mettere in campo ogni sforzo per ricostruire un processo di pace e riaffermare il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza sulla base dello spirito e delle condizioni poste dagli accordi di Oslo per l'obiettivo 'due popoli due Stati'".

I distinguo di Bonino e Terzo Polo

Un distinguo abbastanza importante rispetto al documento dei partiti guidati rispettivamente da Schlein, Conte, Bonelli e Fratorianni arriva dalla risoluzione di +Europa, firmata dal segretario Riccardo Magi e da Benedetto Della Vedova: qua si chiede di riconoscere a Israele il diritto di esistere e difendersi "nel rispetto del diritto internazionale", cooperare al disarmo di Hamas ed "evitare l'escalation militare".

Infine, quella dell'ex Terzo Polo: Azione e Italia Viva chiedono di "attivarsi immediatamente affinché l'Italia partecipi e sostenga ogni iniziativa – sia in seno all’Unione Europea che insieme ai nostri alleati e alle organizzazioni internazionali – che consenta di evitare l’escalation militare, garantire ad Israele il diritto di esistere e difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario e mettere in campo ogni sforzo per ricostruire un processo di pace".

Commenti