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"Jankto? Non amo le ostentazioni". E il Pd scatena una raffica di insulti contro Abodi

Il ministro dello Sport commenta l'arrivo del centrocampista ceco a Cagliari, senza mancare minimamente di rispetto al calciatore che aveva dichiarato la propria omosessualità. Ma la sinistra lo attacca frontalmente

"Jankto? Non amo le ostentazioni". E il Pd scatena una bufera (ipocrita) su Abodi

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"Jankto? Non amo le ostentazioni". E il Pd scatena una bufera (ipocrita) su Abodi

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Dopo i "classici" tormentoni su razzismo e fascismo, non potevano mancare le accuse di omofobia nei confronti di membro di un governo. Questa volta è toccato al ministro dello Sport, Andrea Abodi, a finire nell'occhio del ciclone delle opposizioni a causa di una sua dichiarazione pubblica assolutamente innocua. Il tema affrontato dall'ex presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie B - e per il quale è partita una raffica di critiche da sinistra - riguardava il ritorno in Serie A di Jakub Jankto, primo calciatore europeo in attività ad avere annunciato la propria omosessualità mentre militava in un campionato del Vecchio Continente. Ma che cosa ha detto di così grave Abodi?

Riguardo all'approdo di Jankto al Cagliari di Claudio Ranieri, il ministro dello Sport si è limitato semplicemente ad affermare quanto segue: "La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali". Un discorso chiarissimo e ineccepibile, al quale poi ha aggiunto una considerazione a proposito del suo coming out: "Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui".

Il Pd va su tutte le furie

Un giudizio personale, assolutamente sereno e privo di insulti omofobi, che però è bastato per far sì che certi esponenti del Partito Democratico partissero in quarta per attaccare Abodi. Una vera e propria bufera politica. Quello usato dal ministro "è uno di classici argomenti omofobi: fate pure quello che volte, basta che non si veda perché non avete pieno diritto di cittadinanza". Così Elly Schlein, secondo la quale "sono affermazioni molto gravi". "Ma proprio non ce la fanno a trattenersi? Oggi è la volta del Ministro Abodi - è l'attacco della capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga -. L'unica ostentazione a cui assistiamo è quella di ministri ottusi e chiusi nel loro oscurantismo anni ’50. Sempre contro chi chiede diritti, libertà, giustizia, soprattutto donne e comunità Lgbtqia+". Pina Picierno si dice "inorridita per le parole usate dal ministro": affermazioni che la vicepresidente del Parlamento europeo definisce "spiacevoli e inopportune".

La vicenda, aggiunge, rappresenta "l'ennesimo segnale che rivela la cultura politica omofoba e retrograda di questo governo, il cui posizionamento in termini di diritti sembra voler cancellare anni di conquiste e di progresso". La deputata dem Rachele Scarpa definisce l'opinione di Abodi una "sparata becera", per poi chiosare che le sue espressioni dimostrano "Quanti limiti ancora debbano superare le persone omosessuali nel mondo dello sport e non solo".

Il profluvio di indignazione è poi proseguito con Luca Pirondini, capogruppo M5s in commissione Cultura e sport al Senato: "Oggi il ministro dello sport Abodi ci fa sapere che quella del calciatore Jankto, che ha rivelato tempo fa la propria omosessualità e di voler vivere liberamente come tutti, sarebbe una 'ostentazione' che lui non ama. Da quando dichiarare il proprio orientamento sessuale significa ostentare qualcosa? Non pensa Abodi che un mondo con grandi sacche di omofobia come quello del calcio avrebbe bisogno di ben altri messaggi rispetto a questo? Ci faccia capire meglio cosa intendeva e soprattutto cerchi di mostrare rispetto per le persone come il suo ruolo da ministro gli imporrebbe".

Per Riccardo Magi, segretario di +Europa, "la verità è che, come in altri ambiti della società, gli sportivi sono molto più avanti dei loro dirigenti, che rappresentano un mondo che non esiste più […]. La vera domanda che dovrebbe porsi il Ministro è perché nello sport così poche persone si sentono libere di dichiarare la propria sessualità rispetto ad altri settori. Si faccia questa domanda e si dia una risposta. Abodi chieda scusa a Jankto e a tutta la comunità Lgbti+".

A sinistra solo sterili polemiche

Quello che si può osservare da queste esternazioni è come sia veramente pazzesco come oramai qualsiasi concetto espresso su un tema sensibile da parte di un rappresentante politico ascrivibile al centrodestra, e tra l'altro in maniera rispettosa e moderata, debba essere utilizzato strumentalmente da uno schieramento a corto di idee e che si ritrova (fintamente) unito giusto per qualche minuto per volere bastonare un ministro. Tra l'altro - in questo caso - una persona pacata come Abodi che per anni ha condotto, dai propri ruoli istituzionali, diverse campagne di sensibilizzazione contro qualsiasi forma di discriminazione nel calcio. Senza contare che, al momento, non risultano dichiarazioni del centrocampista ceco chiamato in causa ed eventualmente sentito offeso da quello che ha sostenuto oggi il ministro dello Sport.

Ma alla sinistra tutto questo non interessa per niente.

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