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Maddalena Cipriani, chi è la giudice che ha mandato a processo Delmastro

Prima del sottosegretario alla Giustizia, la giudice si è sempre occupata di casi che non avevano nulla a che vedere direttamente con esponenti politici. Tranne che per un precedente su Renzi

Maddalena Cipriani, chi è la giudice che ha mandato a processo Delmastro

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Andrea Delmastro delle Vedove è stato appena rinviato a giudizio con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio in relazione al caso dell'anarchico Alfredo Cospito detenuto al 41bis. Nonostante la procura di Roma avesse chiesto nel corso dell'udienza preliminare di questa mattina, il non luogo a procedere per il sottosegretario alla Giustizia il gup di Roma Maddalena Cipriani ha deciso di mandarlo a processo in aula, fissando la prima udienza del pubblico dibattimento per il 12 marzo 2024. Ma chi è esattamenta la giudice per le indagini preliminari che ha decretato il rinvio a giudizio per l'esponente di Fratelli d'Italia?

Le decisioni giudiziarie della Cipriani

Maddalena Cipriani lavora nel Tribunale di Roma da diversi anni. Ha avuto modo di esercitare la propria professione di magistrata in diversi casi giudiziari. Molto spesso lei si è occupata di vicende afferenti a casi di cronaca nera. Nel 2014, per esempio, si era pronunciata sulla detenzione di Mirko Ieni, accusato all'epoca di organizzare un giro di prostituzione minorile nel quartiere Parioli di Roma, agli arresti domiciliari. In quella circostanza aveva accolto la richiesta fatta dal difensore dell'uomo, l'avvocato Raffaella Scutier, con la procura aveva espresso parere negativo. Due anni più tardi dovette arrivò sotto la sua responsabilità il fascicolo riguardante le violenze commesse all'interno dell'asilo di Valle Aurelia "Il Nido del Parco" da parte di educatrici supplenti nei confronti di bambini, tutti di età compresa tra i 12 e i 24 mesi. Cipriani parlò nella sua sentenza con la quale convalidò gli arresti delle presunte responsabili di quegli atti violenti di "quotidiane sofferenze morali e fisiche" e di "atti di disprezzo, noncuranza, umiliazione, non confacenti al proprio ruolo di educatrici".

Sempre nello stesso anno Maddalena Cipriani dovette avere a che fare con sentenze che riguardavano persone appartenenti al suo stesso mondo: ovvero quello della magistratura. Successe infatti che sette anni fa -su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Laura Condemi - la donna emise delle misure di interdizione dall'esercizio della professione nei confronti di un giudice di pace di Nola (tale Attilio Altamura), tre avvocati, un perito ed un medico nell'ambito di un'inchiesta su truffe alle assicurazioni legate ad incidenti stradali inesistenti o con dinamiche diverse da quelle descritte nelle denunce. L'inchiesta aveva consentito di accertare come il sistema per truffare le assicurazioni fosse incentrato su falsi testimoni, certificazioni artefatte e complicità dei Giudici di Pace. Oltre ad Altamura vennero indagati nella capitale altri quattro giudici: per tre di essi la procura aveva sollecitato l'emissione di misure di interdizione, ma la gip in questo caso aveva ritenuto che non sussistevano i presupposti.

Il caso del maggiore Scafarto

Di esponenti politici in senso stretto, la magistrata di origine pugliese non ha avuto mai modo di doversi occupare prima del caso Delmastro. Risulta tuttavia un'ordinanza firmata dal presidente estensore Bruno Azzolini nel 2018 che vedeva anche in calce anche la firma di Maddalena Cipriani, oltre a Imma Imperato. Stiamo parlando della decisione del Tribunale del Riesame che sostanzialmente rase al suolo indagine della Procura di Roma sul maggiore dei carabinieri Gianpaolo Scafarto, annullando l'interdizione dell'ufficiale dal servizio. Scafarto era il carabiniere che indagò su Matteo Renzi, il padre Tiziano e il caso Consip. Era stato accusato di aver rivelato ai giornalisti il contenuto delle dichiarazioni di Luigi Marroni, ex ad di Consip.

E di aver falsificato un'informativa attribuendo la frase "Renzi, l’ultima volta che l'ho incontrato…" ad Alfredo Romeo invece che a Italo Bocchino.

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