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Immigrati abusivi e degrado: ecco la tragica fine del Palasharp a Milano | La gallery

La struttura di Lampugnano in stato di abbandono dal 2012 ma il Comune di Milano resta in silenzio nonostante l'emergenza sicurezza. La Sardone: "Una centrale dell’illegalità"

Immigrati abusivi e degrado: ecco la tragica fine del Palasharp a Milano

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Immigrati abusivi e degrado: ecco la tragica fine del Palasharp a Milano

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C’era una volta il Palasharp. Dal debutto in Italia degli U2 e dal concerto dei Nirvana a un vergognoso stato di degrado. La struttura milanese, nel quartiere di Lampugnano, è in stato di abbandono ormai da dodici anni e il suo futuro è tutto da scrivere. La società Forumnet non è disponibile a investire sulla struttura e c’è grande preoccupazione per la sicurezza nell'area. L'europarlamentare e consigliere comunale Silvia Sardone ha fatto visita all’impianto e ha constatato “una situazione di abusivismo e degrado per cui Pd e compagni vincono la medaglia d’oro per distacco”.

Il desiderio era quello di ristrutturare il Palasharp per ospitare le gare di hockey su ghiaccio femminile delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, ma la realtà è purtroppo un’altra: la struttura è ostaggio dei migranti che vivono sia nel tendone dove la comunità islamica di viale Jenner prega al venerdì sia attorno all’impianto. Come documentato dall’esponente della Lega, non mancano tende da campeggio e materassi: “Alcuni di loro mi hanno riferito che sono lì stabili da tre anni. Di recente è emerso che anche un terrorista, arrestato in metropolitana con un coltello, bivaccava al Palasharp. La pericolosità del luogo e l’assoluta indifferenza del Comune di Milano sono a dir poco preoccupanti”.

Spesso più attenta alle pretese della comunità Lgbt che ai reali problemi dei milanesi, l’amministrazione di Beppe Sala non è riuscita a ridare slancio al Palasharp e se n’è pure disinteressata. “Una centrale dell’illegalità”, il commento tranchant della Sardone. Il Comune non sa che strada intraprendere e il destino della struttura di Lampugnano rappresenta un rebus: "Le indicazioni che darò all’assessorato allo Sport è di trovare una formula che richieda o l’acquisto dell’area o la concessione del diritto di superficie a lungo termine, escludendo alcune destinazioni, ad esempio quella dei concerti, perché in quella parte di città ci sono già tanti spettacoli musicali", ha farfugliato ieri il sindaco. A rimetterci sono soprattutto i residenti, sia in termini di sicurezza che di decoro urbano. Altro che i pomposi annunci sulle Olimpiadi.

“Per fortuna che almeno grazie a Regione Lombardia le gare di Hockey, trasferite in Fiera, sono salve…”, la stoccata finale della Sardone.

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