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Medio Oriente, Meloni: "Preoccupati per escalation ma lucidi"

Giorgia Meloni, a margine della visita al Vinitaly di Verona, si è detta preoccupata per il pericolo di un'escalation in Medio-Oriente ma contenta per l'unità di intenti tra i Paesi del G7

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“Credo che chiunque sia ragionevole in questo momento debba essere preoccupato ma al tempo stesso dobbiamo essere molto lucidi". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando a margine della visita al Vinitaly di Verona dove è voluta essere presente sebbene queste siano “giornate complesse” a causa della crisi in Medio-Oriente.

"Credo però che sia molto importante lavorare per una de-escalation perché – ha aggiunto il premier - un'escalation in un conflitto all'interno di quella regione, tutti quanti ci rendiamo conto che potrebbe avere conseguenze molto significative". La Meloni si è detta“molto contenta dell'unità di intenti” dei leader del G7 che ieri ha convocato immediatamente. Durante il summit c’è stata la ferma condanna dell’offensiva iraniana e si è ribadita la“necessità di fare tutti la nostra parte per cercare di dialogare con tutti gli attori interessati e passare messaggi di responsabilità”. Il premier ha anticipato che anche oggi sarà impegnata telefonicamente “con gli attori regionali mediorientali” perché bisogna ottenere il cessate il fuoco il rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas.“Insomma – conclude la Meloni - un lavoro che ci impegna molto ma che siamo chiamati a fare con grande senso di responsabilità". Il presidente del Consiglio ha, poi, rivendicato i successi del suo governo in Europa:“Quando dici cose serie, quando dici cose di buon senso, quando sei pragmatico e credibile è possibile che tu possa anche fare da apripista”. Il riferimento è alla revisione del Pnrr e a molti dossier su cui “l'Italia ha avuto il coraggio di porre delle questioni” su cui “piano piano tante altre nazioni hanno cominciato a seguirci”.

Per quanto riguarda la politica italiana, invece, il presidente del Consiglio ha spiegato che sul terzo mandato non il governo a decidere, ma il Parlamento dove non c’è ancora una maggioranza favorevole al provvedimento. Sul caso Bari, invece, la Meloni ha assicurato che il governo non ha utilizzato due pesi e due misure né intende o potrebbe farlo. E, in difesa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha aggiunto: "Sarebbe stata una forzatura se non avessimo inviato una commissione" anche perché le giunte di centrosinistra non devono “avere un trattamento diverso dalle altre”. Sui tempi di approvazione della riforma sull’autonomia differenziata la Meloni è stata chiara: "Non dipende da me, lungi dal governo mettere pressione al Parlamento". E ancora: “Sono fiduciosa, non è questione di un giorno in più o in meno”, ha detto riferendosi alla possibilità che la riforma approdi in Aula il 29 aprile. “La questione – ha sentenziato Meloni - è che abbiamo dimostrato che su questo provvedimento stiamo andando avanti".

Entrando, infine, nel merito dei temi affrontati nel corso del Vinitaly, il presidente del Consiglio “con franchezza” ha detto: “chi ha pensato - il riferimento è alla sinistra - che si potesse difendere la natura non tenendo conto del lavoro degli agricoltori o addirittura pensando di farlo contro gli agricoltori, semplicemente non sapeva di cosa stava parlando".

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