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Il no della Meloni all'intervento diretto in Ucraina: "Si rischia l'escalation". E su Navalny: "Il suo sacrificio non sarà dimenticato"

La premier parla in Senato in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo a Bruxelles: si registra una "sensibile riduzione" degli arrivi dei migranti dalla Tunisia, ma si deve proseguire sul consolidamento di "un'alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani"

Il no della Meloni all'intervento diretto in Ucraina: "Si rischia l'escalation". E su Navalny: "Il suo sacrificio non sarà dimenticato“

Giorgia Meloni ritorna nell'Aula del Senato in occasione delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo che si terrà il 21 e 22 marzo a Bruxelles. La riunione dei capi di Stato e di governo che, in base all'ordine del giorno, discuterà di guerra in Ucraina, sicurezza e difesa comune, Gaza, allargamento dell'Ue, relazioni esterne, migrazione, agricoltura e semestre europeo. La premier ribadisce che l'Italia rinnoverà nuovamente il proprio sostegno al Paese invaso più di due anni fa dalla Russia insieme a tutta l'Ue, lanciando poi una stoccata a chi - nell'opposizione - aveva criticato il dialogo con gli stati comunitari non considerati degni, "in questa bizzarra idea di un'Europa distinta tra Nazioni di serie A e altre di serie B". In questi giorni si è "molto discusso di un intervento diretto" in Ucraina, ma la premier approfitta "per ribadire, come fatto dal ministro Tajani, che la nostra posizione non è affatto favorevole, si rischia infatti l'escalation" con l'invio di soldati. Viene ribadita inoltre la ferma condanna dell'esecutivo "allo svolgimento di elezioni farsa in territori ucraini e alle vicende e che hanno portato al decesso in carcere di Aleksei Navalny", insieme e alla repressione delle pacifiche manifestazioni in sua memoria: "Il suo sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato".

Le frecciate di Meloni contro i 5 Stelle

Le frecciate contro il centrosinistra, in particolar modo contro il Movimento 5 Stelle, proseguono nel passaggio in cui respinge chi "si riempie la bocca con la parola 'pace'" in quanto sono gli stessi che hanno "contestato la sottoscrizione da parte italiana di un accordo pluriennale di cooperazione di sicurezza con l'Ucraina". Perché la cooperazione di lungo termine sulla sicurezza che è stata offerta dal governo "riguarda più la pace che non il conflitto. E la ragione è semplice: gli ucraini fanno presente che un ostacolo fondamentale a ogni possibile negoziato sta nel fatto che la Russia fin qui ha sistematicamente gli accordi sottoscritti e gli accordi internazionali". Poi, l'attacco (non esplicito) a Giuseppe Conte: "La libertà ha un costo, la sovranità ha un costo, e non credete a chi vi dice che tutto può esservi concesso gratuitamente - afferma riferendosi al celebre slogan del capo del M5s sul Superbonus -. Il risultato, spesso, e come si è visto, è che pagherete molto di più".

I numeri sui migranti

Il presidente del Consiglio sottolinea poi i buoni dati riguardanti i migranti: gli ultimi dati forniti da Frontex certificano "un calo del 60 per cento degli arrivi lungo la rotta del Mediterraneo centrale nei primi mesi del 2024 rispetto all'anno precedente". Meloni, quindi, è orgogliosa di potere registra davanti ai membri Palazzo Madama "una sensibile riduzione" degli arrivi dalla Tunisia. Tuttavia l''Italia non abbasserà la guardia sul fronte migratorio: l'arrivo della bella stagione, infatti, "potrebbe incoraggiare i trafficanti di esseri umani". Ed ecco perché "è importante applicare il piano della Commissione Ue in dieci punti" ed "è per questo che Africa e migrazioni saranno al centro della presidenza italiana del G7", ha aggiunto la premier. "Il nostro duplice obiettivo è aumentare gli sforzi sul continente africano e lanciare un'alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani". Il governo si è molto impegnato per esportare il "modello Tunisia" ad altri Paesi "rilanciando la cooperazione con l'Egitto nell'ambito del Piano Mattei, cooperazione che domenica scorsa abbiamo ulteriormente concretizzato con la firma di diverse intese bilaterali", prosegue Meloni.

La situazione in Medio Oriente

Per quanto riguarda il Medio Oriente, l'Italia ribadisce che il legittimo diritto all'autodifesa di Israele deve esercitarsi con proporzionalità e rispetto del diritto internazionale: "Non possiamo restare insensibili di fronte alle vittime civili a Gaza, vittime due volte" e "ribadiremo la contrarietà a un'operazione di terra a Rafah", ha aggiunto la premier, sostenendo invece il corridoio marittimo per gli aiuti umanitari aperto da Cipro. Proprio Sul piano umanitario prosegue l'incessante lavoro dell'Italia a sostegno dei civili a Gaza: "bambini palestinesi" sono arrivati "nei principali ospedali pediatrici per essere curati", ricorda Meloni. Non si può inoltre dimenticare "chi ha scatenato il conflitto in Medio oriente: è stato Hamas. La reticenza che sempre più spesso si incontra nel ribadirlo tradisce un antisemitismo latente ma dilagannte che deve preoccuparci tutti".

L'attacco degli Houthi alla nave Duilio

Allo stesso tempo procedono le minacce e le operazioni degli Houthi, che fanno parte "di un disegno più vasto che vede purtroppo l’Iran impegnato in prima linea nel sostenere non soltanto gli Houthi ma anche Hamas e Hezbollah, nonché a rifornire di droni le operazioni russe in Ucraina". Meloni sottolinea infatti che "le conseguenze del conflitto tra Israele e Hamas si ripercuotono in modo diretto su tutto il Medio Oriente e la nostra preoccupazione va anche a quanto sta avvenendo nel Mar Rosso". La leader di Fratelli d'Italia ringrazia la Marina Militare italiana e l'equipaggio della nave Duilio "impegnata in una missione dall’alto potenziale di rischio per assicurare la sicurezza e la libertà di navigazione alle nostre navi commerciali", ricordando che in questi giorni "nave Duilio ha dovuto neutralizzare più di un attacco portatole da droni Houthi, lo ha fatto con prontezza ed efficacia, così come sempre con prontezza ed efficacia operano le nostre Forze Armate".

Il dibattito sull'agricoltura

Per la prima volta questo Consiglio europeo di occuperà "finalmente, anche di agricoltura". La richiesta è stata avanzata dall'Italia, come ricorda Meloni: "Abbiamo espresso la forte volontà d'intervenire verso un settore che è stato troppo a lungo dimenticato". Nella doppia crisi pandemia-guerra sono state colpite anche "le catene di approvvigionamento alimentare, aggravando le imprese agricole di un aumento dei costi fissi. Il nostro è stato, finora, il governo che più ha investito in agricoltura nella storia repubblicana, arrivando a stanziare fino a 8 miliardi per il comparto agricolo, una scelta strategica". Sotto questo punto di vista, l'Europa "si è risvegliata con i trattori nelle strade, in prima battuta in quei Paesi che avevano adottato ulteriori misure nazionali particolarmente penalizzanti per il settore - ha osservato -. A cominciare dall'interruzione dei sussidi per il gasolio agricolo, scelta che invece non ha fatto l’Italia che ha prorogato quei sussidi". In Italia invece non sono serviti i trattori nelle strade affinché si occupasse della materia grazie anche "al confronto costante che il ministro Lollobrigida ha mantenuto con le organizzazioni maggiormente rappresentative".

"No a guerra santa per transizione green"

Gli agricoltori i pescatori sono consapevoli che fin dal primo giorno "il nostro governo in sede europea ha contrastato quella visione ideologica della transizione green che ha individuato proprio nell'agricoltore, nel pescatore, negli operatori economici che lavorano a contatto con la natura, dei nemici da colpire in nome della guerra santa contro il cambiamento climatico". L'agricoltore deve essere considerato "il primo ambientalista, è il bio-regolatore per eccellenza, è il garante della nostra sicurezza alimentare, è colui che ha il maggiore interesse a preservare la natura e come tale deve essere pienamente coinvolto nelle politiche di riduzione delle emissioni".

Perché se questa categoria viene gravata di oneri insostenibili, sul piano economico e burocratico, "fino a far finire la sua azienda fuori mercato e farlo chiudere - conclude - il giorno dopo quel pezzo del nostro ambiente rurale sarà abbandonato all'incuria e alla fine produrrà maggiori danni".

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