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"Tornate nelle fogne", "Non chiudiamo la bocca". Scontro tra Montanari e Rapisarda

Antonio Rapisarda, direttore de Il Secolo d'Italia, risponde a Tomaso Montanari che, ieri, aveva twittato: "Ma almeno oggi tornate nelle fogne e tacete..."

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"Caro professore, noi non chiudiamo la bocca. Nemmeno il 25 aprile". A scriverlo è Antonio Rapisarda, direttore de Il Secolo d'Italia, rispondendo così allo storico dell'arte Tomaso Montanari che ieri, giorno della Festa della Liberazione, su 'X', aveva twittato: "Ma almeno oggi tornate nelle fogne e tacete...".

Rapisarda, nel suo editoriale spiega: "siamo qui a raccontare giorno per giorno l'Italia che sta cambiando" e critica il cattivo 'maestrino' Montanari perché il suo invito (a tornare nelle fogne) "ricalca quello che ispirava i mazzieri dell'autonomia degli anni '70 e le loro grandi 'gesta'". A tal proposito, Rapisarda ricorda l'uccisione di Sergio Ramelli, il militante missino ucciso a sprangate in quanto "colpevole" di aver scritto un tema contro le Brigate Rosse. Un'espressione che qualche mal intenzionato potrebbe usare per colpire i redattori del Secolo d'Italia. Secondo Rapisarda, dunque, le dichiarazioni del rettore dell'Università per stranieri di Siena sono "farneticazioni belle e buone" che arrivano da chi è "capace di prendere solo il peggio dalla 'guerra civile strisciante' che ha insanguinato il post-'45: la disumanizzazione dell'altro". Per il rettore e critico d'arte, ribadisce Rapisarda, i redattori del Secolo d'Italia non sono"giornalisti o analisti da criticare - anche aspramente, nel merito - ma 'fascistì da rinchiudere (come?) nelle fogne".

Anche Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, ricorda le uccisioni di Sergio Ramelli e di Paolo Di Nella e attacca duramente Montanari che definisce un rettore "squadrista". Il deputato meloniano ricorda che il noto critico dell'arte, in quanto Rettore dell’Università degli stranieri di Siena, dovrebbe attenersi a quanto recita l'articolo 2 dello Statuto della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) che, da un lato difende l'autonomia delle università "da ogni condizionamento esterno di carattere ideologico, economico o confessionale" e dall'altro "rifiuta ogni forma di discriminazione".

Secondo Mollicone, la violenza verbale con cui Montanari discrimina Il Secolo d'Italia viola questi principi e, pertanto, si chiede: "La Crui non ha niente da dire riguardo un rettore che invece di rispondere all'etica di chi ha un ruolo di formazione e di esempio per i ragazzi, incita alla violenza?”.

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