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"Non mi stupisce...". Delirio dell'Appendino contro il governo sul caso Vannacci

L'ex sindaca di Torino collega gli attacchi ai gay e agli stranieri da parte del generale all'azione dell'esecutivo: "Qualche retaggio di fascismo questo centrodestra ce l'ha"

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Gli attacchi e le provocazioni contro il mondo femminista, quello Lgbt e gli stranieri del generale Roberto Vannacci hanno provocato un'ondata di polemiche. Il libro appena pubblicato dall'ex comandante della "Folgore" è stata per le opposizioni l'occasione non solo per stigmatizzare le sue parole ma anche - con grande "sorpresa" - di strumentalizzare la vicenda in chiave anti-Meloni. Sotto questo punto di vista, una delle voci più "autorevoli" che si è elevata per sparare contro il governo è stata Chiara Appendino. Il senso del messaggio della fedelissima di Giuseppe Conte è semplice: secondo l'ex sindaca di Torino non ci sarebbe da sorprendersi se un generale dell'esercito si lascia andare a considerazioni di dubbio gusto visto l'esecutivo che abbiamo in carica. Leggere per credere le sue dichiarazioni rilasciate nell'ultima puntata di In Onda, su La7.

"Cosa mi colpisce di questo caso? Il contenuto è inqualificabile. Probabilmente dovremmo passare ore a raccontare le nefandezze che sono state scritte in quel libro. Però non mi stupisce. Bene ha fatto l'esercito a prendere le distanze, anche perché tutela quelle tantissime persone che in realtà fanno parte delle forze militari e che non sono assolutamente rappresentate da questo tipo di messaggio. Però dobbiamo ragionare anche sul fatto - prosegue l'Appendino - che questo comunque è un governo che comunque qualche retaggio di fascismo ce l'ha. Abbiamo Ignazio La Russa che un busto di Mussolini a casa. Di omofobia un pochino ne abbiamo vista: abbiamo visto il governo fare la battaglia contro le trascrizioni e garantire i diritti alle famiglie arcobaleno".

L'analisi della deputata del Movimento Cinque Stelle è piuttosto curiosa. Non appena sono usciti i passaggi controversi del generale Vannacci, il ministro Crosetto ha immediatamente annunciato che verrà "avviato dalla Difesa l'esame disciplinare previsto" in quanto lui "ha espresso opinioni che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione". Una presa di posizione chiara e netta da parte del governo. Ma l'Appendino coglie la palla al balzo per farneticare di un esecutivo "fascista" collegandolo alla figura del presidente del Senato, il quale (basterebbe aprire un qualsiasi testo costituzionale) non ha niente a vedere con il governo.

Si passa poi, di palo in frasca, a straparlare di una coalizione "omobofa" solo per il fatto che ha imposto ai sindaci di rispettare una norma nazionale che non è mai stata cambiata da nessun precedente governo di sinistra. Insomma: dopo quasi un anno di governo, l'ossessione dell'opposizione sul fascismo applicato al governo non accenna a terminare.

Tuttavia i risultati alle urne rimangono per la sinistra sempre gli stessi: scarsi.

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