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Ora anche il Pd demolisce i suoi "modelli"

Da Milano a Bari, il "modello Pd" di buona amministrazione va in crisi. Ora lo ammettono anche i democratici

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Bari, Torino e Milano. Il buongoverno del centrosinistra negli enti locali è ufficialmente entrato in crisi. A dirlo non sono soltanto le inchieste giudiziarie che hanno travolto il “modello Emiliano” in Puglia, ma anche l’ammissione arriva dagli stessi esponenti del Pd.

A Bari è guerra aperta tra il presidente Michele Emiliano e la segretaria Elly Schlein. Il primo, dopo l’uscita dei Cinquestelle dalla sua giunta avrebbe voluto sostituire solo i due assessori dimissioni, mentre la seconda gli ha imposto un cambio totale. “Mi aspetto che proceda dunque a un netto cambio di fase, che non può tradursi in una mera sostituzione di chi è uscito, ma solo in un concreto rinnovamento degli assetti di governo regionale che sancisca un nuovo inizio, su basi diverse”, ha detto Schlein raccomandandosi una risposta celere alle sue richieste da parte del governatore e che tenga lontani i trasformisti e i transfughi dal centrodestra. Contro il trasformismo, in queste settimane, si sono schierati molti esponenti dem. Tra questi anche l’ex ministro Andrea Orlando che, intervistato da Repubblica, ha anche attaccato Giuseppe Conte dal momento che i pentastellati in questi anni non sono stati esenti dal morbo del trasformismo: “Ricordo infatti che il M5S, che era nato per rinnovare la politica, nella scorsa legislatura ha subito il più grande fenomeno trasformistico della storia repubblicana. Quasi metà dei parlamentari ha cambiato casacca. E una parte importante dei loro ex deputati e senatori ora fanno i lobbisti”.

La più dura sui fatti di Torino, invece, è stata la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, che avrebbe voluto candidarsi alla guida della Regione Piemonte, ma proprio i capibastone locali si sono messi di traverso: “Quando avevo dato la mia disponibilità a candidarmi alla presidenza della regione, - ha detto a La Stampa -ammetto di essere rimasta stupita che mentre io denunciavo le politiche della destra piemontese dei compagni del mio stesso partito mi attaccassero. Guarda caso gli stessi finiti nelle carte dell’inchiesta sul sistema di favori a Torino”.

E che Bari e Torino, dopo gli ultimi accadimenti, siano al centro di polemiche interne è un qualcosa di inevitabile, ma che lo sia anche il capoluogo lombardo suona alquanto strano. Il neosegretario cittadino del Pd, Alessandro Capelli, però, il 6 aprile scorso è stato categorico: "Non è più tempo di celebrare il modello Milano". Anzi, ha aggiunto: "Il ciclo iniziato nel 2010 è finito", quasi rottamando l’esperienza del sindaco Beppe Sala. Oggi dalle pagine di Repubblica è arrivata la replica del primo cittadino: "Certo, a Milano c’è un problema di costo dell’abitare, ma i prezzi delle case salgono vertiginosamente, ad esempio, anche a Napoli”. E le diseguaglianze? Ci sono, ma Milano ha “un sistema di welfare straordinario”, garantisce Sala. Certo è che persino il capoluogo della Lombardia è stato recentemente investito dalle inchiesta della procura, che contesta le procedure autorizzative del Comune in ambito edilizio.

Una vicenda minore rispetto a quella di Bari o di Torino, di tipo più amministrativo che politico, ma che mina la credibilità di un modello teoricamente “vincente”.

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