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Psicodramma Pd: non funziona la sauna

I deputati dem in ritiro al Park Hotel di Gubbio tra bus e canti. Elly tratta il confronto con Giorgia

Psicodramma Pd: non funziona la sauna

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Niente «doccia emozionale», niente «bagno mediterraneo», niente marmo riscaldato per massaggi mirati o percorsi Kneipp per gambe affaticate: la Spa è off limits.
Il Park Hotel dei Cappuccini di Gubbio, noto per il suo centro benessere all’avanguardia, per due mezze giornate si tramuta in sobrio ritiro spirituale per i deputati e le deputate del Pd, e per i trattamenti di bellezza non c’è nè il tempo nè lo spirito, ammettono i partecipanti. Ieri, telefonando all’hotel, si riceveva un cortese diniego: «Niente accesso alla Spa, purtroppo abbiamo un convegno e il servizio riprenderà venerdì pomeriggio».

Il ritiro umbro è stato voluto dalla capogruppo alla Camera, la franceschiniana Chiara Braga (il suo omologo al Senato Francesco Boccia, per non essere da meno, ha prontamente risposto convocando i suoi eletti nei più raggiungibili dintorni della Capitale, ai Castelle romani), e l’impronta franceschiniana dell’evento è subito palese: la regia del conclave è affidata al brillante portavoce storico dell’ex ministro, Mattia Morandi. E la regia del pullman, che a ora di pranzo carica nei pressi di Montecitorio i deputati (e le deputate) dem per portarli a Gubbio, viene subito assunta da Michela De Biase, che di Franceschini è anche moglie. E che ha preparato anche una playlist musicale per intrattenere i colleghi, tutta made in Italy, manco fosse un pullman di «patrioti»: Bennato, Vasco, Jannacci. E poi - virata al femminle tra le signore della musica - Mina, Vanoni, Mia Martini.

Il pubblico è entusiasta: «Michela ha un gran gusto musicale», dice una collega. «Abbiamo cantato tutto il tempo», scherza Nico Stumpo. «No, abbiamo cantato solo ’Perdere l’amore’ di Ranieri, una performance niente male», lo contraddice Gianni Cuperlo. «Io in verità ho dormito», confida Federico Fornaro. C’è chi arriva col pullman formato gita scolastica, e chi preferisce arrivare autonomamente con la propria macchina: Nicola Zingaretti, l’ex ministro per gli Affari europei Enzo Amendola insieme a Matteo Orfini, Piero Fassino col cappello per ripararsi dal freddo vento umbro, Laura Boldrini con scorta e aria regale, eredità dei bei tempi in cui era la zarina di Montecitorio. E c’è chi non viene proprio, a cominciare dall’ex leader Enrico Letta (impegnato in Usa per la commissione europea).

Gli assenti sono sotto la decina. Di certo manca - e non è un caso, ma un segnale del grande gelo interno - Elly Schlein: la segretaria farà una capatina al volo stamattina, giusto il tempo di un saluto, e poi scapperà (schivando i cronisti) nella vicina Cantiano. Dove ha fatto improvvisare un incontro con sindaco e alluvionati del settembre 2022: un contrappunto speculare, in tono minore, al blitz di Giorgia Meloni in Emilia con Ursula von der Leyen. E che la segretaria Pd cerchi legittimazione (e sostegno contro la crescente fronda interna) a Palazzo Chigi appare chiaro nel pomeriggio, quando il Nazareno - oscurando volutamente il conclave di Gubbio - fa trapelare che «sono in corso le interlocuzioni tra i rispettivi staff» per organizzare il faccia a faccia tv tra Elly e Giorgia. Palazzo Chigi, ufficiosamente, conferma.

E in quel di Gubbio subito si diffonde la sorpresa, e l’irritazione: «È chiaro che Elly cerca il riconoscimento come antagonista unica della premier per una sola ragione: giustificare la sua candidatura alle Europee», osserva un dirigente. Il messaggio arriva chiaro e forte: la segretaria vuole mettere il proprio nome in testa alle liste Pd (come farà la premier) nonostante la fortissima contrarietà di quasi tutto il partito: ieri 26 dirigenti (da Simona Malpezzi a Silvia Costa) hanno firmato un appello: la tua candidatura danneggia le altre donne.

Ma la premier, benedicendola come principale avversaria (evidentemente considerata assai poco pericolosa), le tende la mano.

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