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Respinta la sfiducia a Crocetta ma il "modello Sicilia" è finito

Il voto di ieri seppellisce una volta per tutte il "modello Sicilia" tanto osannato dalla sinistra. Il governatore: "Pagina dolorosa"

Il presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta
Il presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta

Il governatore Rosario Crocetta può andare avanti. Ma il "modello Sicilia" non c’è più. Morto e sepolto. Ieri sera l’Assemblea regionale ha respinto con 46 voti contrari, 31 favorevoli e tredici assenze la mozione di sfiducia, che ha tenuto i deputati incollati agli scranni di sala d’Ercole per nove ore di fila.

Il voto per spodestare Crocetta ha scavato un solco che non potrà mai più essere colmato tra i Cinque Stelle, promotori della mozione di sfiducia, e il governatore della Sicilia. I due "contendenti" si sono fronteggiati in Aula, a viso aperto, scambiandosi accuse al vetriolo, scomodando condottieri storici e poeti e arrivando addirittura a citare i salmi. Alla fine della battaglia Crocetta è esausto: "Per me oggi comunque è una pagina dolorosa". L’affondo del capogruppo pentastellato Giancarlo Cancelleri è stato durissimo. Il grillino, relatore della mozione, ha citato il condottiero e politico inglese Oliver Cromwell, facendo un salto indietro nel tempo, nientemeno al 1653. "È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto. Siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie". E ancora: "Siete diventati intollerabilmente odiosi, portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave, in nome di Dio". Perché, è il ragionamento dell'esponente grillino, "questa sfiducia l’hanno firmata i precari, i disoccupati, le famiglie, le imprese, quelle piccole e quelle medie, gli agricoltori, gli allevatori, i giovani e gli anziani: la rivoluzione di Crocetta non ha portato a niente". "Siamo un movimento di pace - ha concluso Cancelleri - siamo stati collaborativi e nessuno potrà negare che abbiamo provato a cambiare le cose, ma abbiamo solo ricevuto silenzi". Parole che hanno infuocato il governatore.

Quella di Crocetta è stata una invettiva di 78 minuti. "Vi chiedo di non scomodare Dio", ha esordito rivolgendosi direttamente ai Cinque Stelle. Poi i toni si sono fatti infuocati. "Siete diventati partitocratici come tutti gli altri, siete soltanto dei politicanti, mi sento tradito da un movimento in cui credevo - ha spiegato - perché ho operato in assoluta buona fede con i ragazzi dei cinquestelle, ma quando cominciano a 'inciuciare', chi è la mosca nocchiera che guida il bue ed è convinto di guadarlo?". Di fronte a un’Assemblea silenziosa, ininterrottamente presieduta da Giovanni Ardizzone, il presidente della Regione ha mostrato la sua busta paga: "Sono vittima di una campagna di sciacallaggio da parte dei Cinquestelle, dicono che guadagno quanto Obama, la verità è che il mio stipendio netto al mese è di 7.495 euro". "Col mio stipendio - ha proseguito pago l’affitto della casa a Palermo perché non vivo nell’appartamento di servizio a Palazzo d’Orleans e pago di tasca mia anche le missioni: mi rimangono 5.500 euro". E giù a snocciolare per oltre venti minuti numeri e cifre: "Voglio chiudere una volta e per tutta questa storia...". Per le spese di rappresentanza, ha assicurato Crocetta , quest’anno il governo ha previsto impegni per 43mila euro rispetto agli 813mila euro dell’anno scorso, al milione e 700mila euro del 2011 e al milione e mezzo di euro del 2010. "Volete sapere quanto ho speso dei fondi riservati al presidente? Zero", ha tuonato ricordando che il predecessore, Raffaele Lombardo, aveva speso 400mila euro prima di dimettersi.

Crocetta ha provato a ribattere, punto per punto, anche alle critiche degli altri deputati dell’opposizione: ha parlando dell’azione amministrativa compiuta "in questo primo anno di governo" e ha bollato la mozione come "un atto intriso di pregiudizio, perchè non si può presentare una sfiducia ad appena un anno dall’inizio della legislatura".

Infine, ha riferito che il suo governo "ha presentato 30 denunce alle procure siciliane: bisogna aspettare ma vi assicuro che quello che succederà sarà straordinario e vedrete quando qualcuno sarà arrestato, perché rispetto a Pasolini, io so e ho le prove".

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