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"Il sindaco Pd diede precedenza al funerale del Br"

Dopo la morte dell'ex Br il coinsigliere Pdl accusa il sindaco Pd: "Delrio ha spostato le altre cerimonie"

Un momento dei funerali di Prospero Gallinari
Un momento dei funerali di Prospero Gallinari

Milano - Il sindaco Pd di Reggio Emilia, nonché presidente dell'Anci, Graziano Delrio, si è messo in un bel pasticcio. Che ora si allarga sempre di più. Certo, non perderà la sua bella poltrona per questo, ma un po' di faccia, sicuramente sì. I funerali dell'ex brigatista Prospero Gallinari, il 19 gennaio a Coviolo, cimitero alle porte di Reggio, continuano a travolgere la sinistra emiliana. Oltre al fatto che quelle esequie si sono trasformate in un raduno di ex brigatisti, terroristi e rappresentanti di centri sociali e No Tav, adesso, dopo otto giorni, viene fuori pure che il Comune di Reggio Emilia, ha fatto modificare il calendario delle altre cerimonie funebri, proprio per dare la precedenza a quella di Gallinari.
«Tutti i riti funerari riguardanti le altre persone decedute quel giorno sono stati inspiegabilmente spostati di diverse ore - denuncia il consigliere regionale Pdl, Fabio Filippi - con evidenti disagi per i loro familiari. Ciò per poter dare la precedenza assoluta a quel funerale, che poi si è trasformato in una manifestazione politica a favore della lotta armata e del terrorismo rosso». Quelle famiglie che, lo stesso giorno, avrebbero voluto (e dovuto) celebrare degnamente i funerali dei loro cari, hanno dunque subito questa umiliazione da parte del sindaco Delrio, mettendosi in fila dietro le esequie del brigatista rosso, dopo i ridicoli cori dei suoi amichetti. «I cittadini non tollerano più che all'interno del Comune più rosso d'Italia vi possa essere ancora qualcuno che guarda con simpatia agli anni di piombo, considerati un'occasione mancata per la rivoluzione comunista», continua Filippi. Secondo il consigliere azzurro «la sepoltura di quel terrorista avrebbe dovuto avvenire a tarda sera, nel buio, come meriterebbe chi si macchia di simili crimini. Si è scelto invece di celebrarlo in pieno giorno, creando, addirittura, per lui una corsia preferenziale a danno di tutte le altre cerimonie. Ora il Comune si scusi. Farò fare un'interrogazione in aula».
Delrio si era già scusato una volta, due giorni dopo i funerali, quando per fuggire agli imbarazzi, aveva pensato bene di prendere le distanze da tutti (dopo essere stato lui ad autorizzarli), dichiarando Reggio Emilia «offesa da simili comportamenti».
Il drappo rosso sulla bara, la falce e martello, la stella a cinque punte, i pugni chiusi. E ancora: mille persone che cantano l'Internazionale e la presenza di ex terroristi del calibro di Renato Curcio, Oreste Scalzone, Raffaele Fiore, Barbara Balzerani, Loris Tonino Paroli. Erano presenti anche Alberto Ferrigno, coordinatore provinciale del Prc di Reggio Emilia, e Claudio Grassi, ex senatore e attualmente in lizza alla Camera per Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. Comunisti vecchi e nuovi, insomma.


Gallinari, tanto per ricordarlo, è stato membro del commando che ha sequestrato e ucciso Aldo Moro ed è stato a lungo ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio del presidente democristiano, noto per essere il «brigatista che non si è pentito». Condannato all'ergastolo, ottenne pure la sospensione della pena per le precarie condizioni di salute. L'unica canzone che Scalzone e soci avrebbero dovuto cantare, sarebbe dovuto essere Perdono. Con Delrio al seguito.

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