Guerra in Israele

"È il megafono di Hamas". Mentana durissimo contro Capanna

L'editoriale de L'Unità accusa Mentana: "I bambini decapitati? Sono bufale". Il direttore del Tg La7 replica: "Sono il megafono ufficiale di Hamas"

"È il megafono di Hamas". Mentana durissimo contro Capanna

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"Sono bufale". E Mentana sbotta sui social: "Megafono di Hamas"

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Le terribili immagini dell’attacco terroristico di Hamas nei confronti di Israele e dei suoi civili non hanno insegnato ancora nulla. L’ideologia politica torna a superare la brutale realtà della polveriera medio orientale e, molto spesso, riesce a indirizzare il dibattito in un binario tutt’altro che civile e composto. Lo scontro dialettico tra L’Unità e il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, è la prova del nove. L’editoriale firmato Mario Capanna attacca: “I bambini decapitati da Hamas? Sono bufale”. Il direttore Mentana risponde a tono al quotidiano definendolo: “Megafono di Hamas”.

Lo scontro sul campo - entrato nel vivo dal 7 ottobre ma con radici storiche molto più lunghe – cela un diverbio mediatico e giornalistico altrettanto scottante. Il giornale diretto da Piero Sansonetti, partendo da legittime posizioni pacifiste, sta combattendo una battaglia per chiedere un cessate il fuoco generale e, allo stesso tempo, per denunciare i crimini di guerra perpetuati sia da Israele sia da Hamas. Una posizione, condivisibile o meno, che spesso però si traduce in linee strettamente pro-Palestina e anti-Israele.

L’editoriale firmato da Mario Capanna su L’Unità di ieri, 12 novembre, oltre a porre il giusto tema della disinformazione in tempo di guerra, si è tradotto in un attacco personale a Enrico Mentana da una parte e Mario Sechi dall’altra. Gli indiziati, rispettivamente il direttore de La 7 e il direttore responsabile di Libero, secondo la narrazione di Capanna sono colpevoli di aver mentito sul terribile attacco di Hamas. Il tema è tanto drammatico quanto brutale: “Enrico Mentana – scrive Capanna – all’indomani delle uccisoni di Hamas nei kibbutz, nel Tg della 7 parlò di ‘bambini decapitati’, aggiungendo ‘ Non vi mostriamo le immagini perché sono scioccanti’. La frase, in tutta evidenza, era volta a ingigantire l’orrore antipalestinese”. “La mia convinzione – spiega l’editorialista de L’Unità – è che quelle foto Mentana non le ha mai avute, per il semplice fatto che non esistono”. "Mentana, dunque – questa la conclusione di Capanna - ha diffuso una notizia tendenziosamente antipalestinese e antiaraba, e sarebbe corretto che si scusasse”.

A stretto giro, sui principali canali social del diretto interessato, arriva la risposta piccata di Mentana. “La storia – controbatte il direttore – purtroppo si ripete in farsa anche al cospetto degli eventi più tragici”. Il paragone con il fondatore de L’Unità, Antonio Gramsci, diventa quasi d’obbligo.“Così oggi – spiega Mentana – tocca vedere un giornale omonimo di quello fondato da Antonio Gramsci, che fu l’organo del Partito Comunista italiano, trasformarsi nel megafono ufficiale dei negazionisti del pogrom di Hamas”. Il motivo, secondo la ricostruzione di Mentana, è presto detto: “una consonanza di sensibilità tra gli aguzzini di quella mattanza e l’autore dell’editoriale”.

Il dibattito mediatico, come quello sul campo, non conosce tregue.

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