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"Stupro spettacolarizzato". Lettera contro De Girolamo per l'intervista alla vittima di Palermo

Trecento firmatari mettono nel mirino alcune domande fatte in studio durante la puntata di "Avanti Popolo", su Rai3: l'accusa è di "violazione dei basilari principi della deontologia professionale"

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L'intervista di Nunzia De Girolamo alla ragazza vittima dello stupro di Palermo continua a creare polemiche anche a distanza di otto giorni dalla messa in onda in prima serata su Rai3. Centinaia di intellettuali, giornaliste e giornalisti, scrittrici e scrittori, operatrici e operatori dell'informazione e dello spettacolo, rappresentanti di associazioni, attiviste e attivisti, cittadine e cittadini hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata alla presidente Marinella Soldi e ai vertici del televisione di Stato, con in conoscenza il presidente Agcom, Giacomo Lasorella, e quello dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bortoli - per contestare quello che è successo nella puntata dello scorso 31 ottobre di "Avanti Popolo".

"Premesso che la ragazza, maggiorenne, ha scelto di accettare l'invito in trasmissione per parlare della sua storia, e che questo va rispettato poiché rientra nell'autodeterminazione, intendiamo evidenziare - si legge nella missiva - l'avvenuta violazione dei basilari principi della deontologia professionale nell'esporre, per giunta a così poco tempo dai fatti, una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui si è assistito nel corso del programma". Come si legge sul sito della Fnsi, i trecento firmatari della lettera ritengono che "la modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentano un esempio inaccettabile di pornografia del dolore".

Nel corso del programma di Rai3, prosegue la missiva, "la conduttrice ha di fatto costretto la vittima a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti, con tanto di lettura al suo cospetto delle frasi degli stupratori, in contrasto- come anche Cpo Rai e Usigrai hanno rilevato in una nota congiunta - con le policy di genere approvate dal consiglio di amministrazione della Rai, nonché, nello specifico del lavoro giornalistico, con il Manifesto di Venezia. Come se questo non bastasse, la ragazza è stata sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria". Da qua la richiesta ai vertici Rai affinché, "in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, prendano posizione sull'accaduto e si assumano la responsabilità di una gestione dell'informazione e del servizio pubblico adeguata al ruolo informativo, culturale e sociale della Rai.

Esigiamo - si chiude quindi la lettera - che il tema della violenza di genere sia trattato con competenza e deontologia, garantendo alle vittime il rispetto e la dignità".

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