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"Sta convergendo...". Corteggiamenti estivi tra 5s e Schlein

Il flirt tra Cinquestelle e Pd divampa sotto il sole di ferragosto. I grillini ammiccano alla Schlein e preparano l'autunno anti-governativo: "Elly sta convergendo sulle nostre battaglie"

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Ammiccamenti, lusinghe, strizzatine d'occhio. Sotto il sole rovente di ferragosto, il flirt tra Cinquestelle e Pd divampa ancora. Anzi, ormai sembra che ogni copertura politica sia saltata: il corteggiamento tra i due partiti progressisti è infatti evidente al punto da non richiedere dissimulazioni. Un tempo pentastellati e dem giocavano a rincorrersi, poi si mandavano al diavolo e di nuovo facevano la pace; ora invece sono sempre più complementari e sembrano finalmente pronti a fare comunella. In vista dell'autunno politico ormai alle porte, i grillini sono difatti tornati a corteggiare i democrats elogiando il nuovo corso avviato da Elly Schlein.

"Il Pd di Schlein ha avuto una metamorfosi movimentista. Un'altra cosa rispetto al partito di Enrico Letta, incapace di contrapporsi davvero alle élite", ha affermato il capogruppo del Movimento in Senato, Stefano Patuanelli, in un'intervista a Repubblica. "Vedo un cambio di pelle rispetto al partito di Letta, che era dirigista e che di fondo non riusciva mai a sposare davvero elementi di contrasto a un certo sistema di potere", ha aggiunto l'esponente pentastellato. Peccato che tra gli stessi piddini vi siano posizioni non altrettanto convinte: riformisti, bonacciniani e cattodem ritengono ad esempio che l'approccio ultraprogressista impresso dalla Schlein possa allontanare gli elettori più moderati, spingendoli verso il centrodestra.

Al contrario, l'infatuazione grillina non sembra conoscere ragioni di questo tipo, se non quelle dettate da alcune divergenze rintracciabili - almeno per il momento - tra i due partiti d'opposizione. "Rimangono distanze su temi come la guerra in Ucraina e sulla transizione ecologica", ha ammesso al riguardo Patuanelli, aggiungendo però che "dove c'è convergenza sui programmi dobbiamo essere uniti, dal Pnrr alla difesa della sanità pubblica". In realtà il vero collante tra Cinque Stelle e Pd ci sembra rappresentato dalla volontà - comune alla sinistra - di mandare a casa il governo. Lo ha spiegato lo stesso senatore 5s, facendo intendere che l'obiettivo sia proprio creare un modello di alternativa alla destra. "Dobbiamo far capire agli italiani che prima questo governo va a casa, meglio è per tutti. Non dobbiamo solo essere uniti contro qualcuno, ma disegnare un'idea di alternativa per il Paese, insieme", ha detto.

Poi l'ulteriore ammiccamento al Pd della Schlein: "Sta convergendo su alcune battaglie che il M5S ha sempre portato avanti". Proprio quello che l'ala riformista del partito vorrebbe evitare a ogni costo. Secondo Patuanelli, ora il Pd "ha superato posizioni che hanno cancellato quel trattino" di unione tra i due partiti "per tanto tempo". E il simbolo di questo rinnovato affiatamento sarebbe proprio la comune battaglia della sinistra a favore del salario minimo. "Quello del salario minimo è in tutto e per tutto il ddl Conte, non a caso quella del nostro presidente è la prima firma", ha osservato l'esponente pentastellato sul tema, rivendicando la paternità di quell'istanza.

Parole che da una parte ribadiscono il clima di affiatamento tra 5s e dem e che dall'altra paventano però un rischio capitale per gli stessi piddini: quello di ritrovarsi in un'alleanza a trazione grillina.

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