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Stop ai cibi sintetici, c'è il primo via libera del Senato: ecco cosa prevede il ddl

È passato con 93 sì, 28 no e 33 astenuti. Viene anche vietato di usare la parola "carne" per alimenti derivanti da proteine vegetali

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Stop ai cibi sintetici, c'è il primo via libera: ecco cosa prevede il ddl

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Nessuna denominazione di "carne" su alimenti derivanti dalle proteine vegetali e un no secco alla produzione di cibi e mangimi sintetici. Il Senato della Repubblica ha dato l'ok al disegno di legge n. 2458 - "Disposizioni per la tutela della salute umana e dell’ambiente in relazione alla produzione, commercializzazione e importazione di alimenti di origine non animale" - potendo contare su su 93 sì, 28 no e 33 astenuti. Vengono quindi vietati i cibi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati. Il ddl approvato da Palazzo Madama a questo punto passerà alla Camera dei Deputati per potere essere approvato definitivamente.

Cibi sintetici addio: ecco i dettagli del ddl

Tra altri elementi del disegno di legge, non viene preclusa "l'aggiunta di proteine vegetali, aromi o ingredienti ai prodotti di origine animale". Inoltre le disposizioni di legge "non si applicano quando le proteine animali sono prevalentemente presenti nel prodotto contenente proteine vegetali e purchè non si induca in errore il cittadino che consuma sulla composizione dell'alimento". E ancora, quanto previsto dal ddl non si applica alle "combinazioni di prodotti alimentari di origine animale con altri tipi di prodotti alimentari che non sostituiscono, nè sono alternativi a quelli di origine animale, ma sono aggiunti ad essi nell'ambito di tali combinazioni".

Successivamente all'entrata in vigore del provvedimento, un decreto del ministero dell'Agricoltura stilerà "un elenco delle denominazioni di vendita degli alimenti che se ricondotte a prodotti vegetali possono indurre il cittadino che consuma in errore sulla composizione dell'alimento". Salvo che il fatto costituisca reato, gli operatori del settore alimentare e dei mangimi che vìolino le disposizioni, saranno soggetti alla "sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 10.000 euro fino ad un massimo di 60.000 euro o del 10 per cento del fatturato totale annuo realizzato nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente all'accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60mila euro". La sanzione massima non può eccedere comunque euro 150mila euro.

Lollobrigida: "Falso che impediamo la ricerca"

"Noi dobbiamo affrontare il tema della sicurezza alimentare sapendo che non basta 'cibo per tutti', ma deve esserci buon cibo per tutti". Così il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, durante il suo intervento in Senato. "Non possiamo accettare culturalmente un mondo diviso in due, con i ricchi che mangiano bene e i poveri che mangiano cose processate, standardizzate e dannose". Parole che erano già state espresse dal ministro nella giornata di ieri durante l'assemblea nazionale della Coldiretti a Roma.

"Noi oscurantisti, ignoranti e nemici della ricerca? Non c'è nessuna virgola di questa legge che invita a non ricercare". Anche perché "l'Italia è una nazione libera nella ricerca e dobbiamo mantenere questa consapevolezza", ha aggiunto.

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