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Telefonata finta, il consigliere Francesco Talò si dimette. Meloni: "Troppa superficialità"

Talò si dimette dopo lo scherzo dei comici russi. La premier svela dei sospetti avuti durante la telefonata

Telefonata finta, il consigliere Francesco Talò si dimette. Meloni: "Troppa superficialità"

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Dopo giorni di discussioni e supposizioni, a parlare dell'ormai nota telefonata intercorsa tra Giorgia Meloni e i due comici russi è lo stesso presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri odierno sulle riforme.

"Come ho già dichiarato verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio soprattutto nella parte in cui sui è parlato del nazionalismo ucraino che è un tema tipico della propaganda russa. L'ho segnalato al mio ufficio diplomatico e credo che lì ci sia stata una superficialità da parte loro", ha dichiarato il premier.

Per questa ragione, ha aggiunto Meloni, "stamattina il consigliere Talò ha rassegnato le dimissioni". La segnalazione di Meloni è arrivata all'ufficio diplomatico ma "loro non hanno fatto delle verifiche fatte bene. A me non è tornato un alert che non mi ha consentito di muovermi ed è la cosa che considero più superficiale. Io ho dato per scontato che le cose fossero corrette".

Il presidente del Consiglio ha ringraziato Talò, che fin da subito si era assunto l'intera responsabilità dell'accaduto. "Lo voglio ringraziare, il suo è un gesto di grande responsabilità", spiega, che è stato fatto alla luce della gravità di quanto è accaduto. Ma, prosegue il premier, "racconta una persona a servizio delle istituzioni da qualche decennio, è stato anche al mio servizio, e io credo che abbiamo gestito almeno altre 80 telefonate con leader esteri". Tuttavia, in quell'occasione qualcosa non è andato nel modo corretto e questo, spiega il premier, rischia di offuscare tutto il bene che è stato fatto nell'ultimo anno in materia di politica estera.

"Io credo di essere il premier che ha incontrato come nessun un altro altri capi di governo, e mi spiace che in questo inciampo si possa mettere in discussione il lavoro fatto", dice ancora Giorgia Meloni, che in conferenza stampa è apparsa sicura di sé e non intimorita dal ginepraio che si è scatenato attorno alla telefonata fake. "Più fai più rischi. Siamo tutti dispiaciuti, Talò se ne è assunto la responsabilità. Ringrazio lui e l'ufficio diplomatico. Dopodiché, nello specifico, se una telefonata viene passata da Palazzo Chigi è data per buona", ha concluso il presidente del Consiglio in merito alla vicenda "tecnica" legata a quello scherzo.

Entrando nel merito delle sue parole, in relazione al passaggio maggiormente contestato, ossia quello sulla "stanchezza" in merito alla guerra in Ucraina, ha sottolinea come in quella conversazione non abbia detto "nulla di nuovo, io sono consapevole che le opinioni pubbliche, anche la nostra, soffrono per le conseguenze del conflitto. È un tema che ho segnalato a 360 gradi", anche perché le conseguenze del conflitto, prosegue, sono sotto gli occhi di tutti. Si è detta anche dispiaciuta del fatto che, pur di attaccare lei e il suo governo, ci siano persone disposte a causare problemi al Paese. "Se siamo stati oggetto di questo tentativo di disinformazione è anche per le posizioni che abbiamo a livello internazionale.

Mi dispiace che anche in questo caso ho visto che da parte di alcuni si è disposti a dare megafono alla propaganda russa", ha detto in conferenza.

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