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Vittime, danni e sfollati Dall'alluvione arriva un bollettino di guerra

Vittime, danni e sfollati Dall'alluvione arriva un bollettino di guerra

Un morto, un disperso, paesi isolati, centinaia di persone sfollate, allagamenti e frane. Più che il bilancio dell'ondata di maltempo che ha colpito il Nord Italia sembra un bollettino di guerra.
Ieri mattina i vigili del fuoco e la protezione civile hanno trovato il corpo senza vita di Elias Kassabji, il medico genovese di origine siriana disperso da domenica. Era andato a visitare a domicilio un paziente quando la piena del Rio Poggio di Sessarego, nel levate genovese, lo ha trascinato via. Miracolato il 70enne che era con lui, recuperato dalle acque grazie all'eroico intervento di alcuni residenti della zona che lo hanno letteralmente strappato dalle acque.
Ancora disperso un uomo nel Modenese dopo la piena del Secchia, nella zona di Bastiglia. Giuseppe Salvioli, 44 anni, a bordo del suo gommone stava prestando soccorso ad alcune persone sorprese dalla piena quando è caduto in acqua. I volontari lo stanno cercando senza sosta.
Nella zona tra Bastiglia, Bomporto, Medolla e San Prospero sono ben 600 le persone sfollate e ospitate nei centri di accoglienza mentre altre 1000 circa aspettano di essere evacuate. Ieri pomeriggio 12 persone, tra cui tre donne incinta che era rimasto bloccato al primo piano di un edificio a Bastiglia, sono state salvate dai Vigili del fuoco.
Gravi disagi anche in provincia di Lucca e in Versilia con 20 famiglie sfollate. Problemi per la neve e rischio slavine nelle valli bergamasche e problemi anche al Sud per allagamenti e vento forte che ha bloccato diverse linee di navigazione da e per la Sicilia. Strade chiuse in Toscana, Emilia e Liguria dove la situazione rimane difficilisima. Frane, smottamenti, paesi isolati da Ponente a Levante passando per Genova.
Paura per lo stato della collina nei pressi di Andora che franando ha causato il deragliamento del treno Intercity Milano-Ventimiglia. Il convoglio, adagiato alla ringhiera di strapiombo sul mare, funge di fatto da contenimento alla frana che continua a muoversi. Serve mettere in sicurezza la zona prima di procedere alla rimozione del treno che sarà fatto a pezzi ma intanto è concreto il rischio che precipiti in mare. Serviranno settimane per ripristinare la circolazione ferroviaria con la Francia mentre la Procura di Savona ha iscritto nel registro degli indagati il progettista del terrazzo crollato, quasi certamente costruito abusivamente. Nel mirino anche le pratiche edilizie relative alle costruzioni delle villette che si affacciano sulla ferrovia.
«In Liguria si va avanti con la filosofia del “che Dio ce la mandi buona”, questo è il risultato», tuona il presidente dei geologi liguri Carlo Malgarotto. «Il territorio ligure è fragile per natura ma la troppa cementificazione, l'abbandono terreni e la cattiva manutenzione delle infrastrutture sono solo colpa dell'uomo», continua Malgarotto. Come si è arrivati a questo? Il geologo non ha dubbi. «Denunciamo questi rischi da 50 anni ma la politica si muove solo dopo i disastri. L'opera di prevenzione non dà la stessa visibilità che tagliare qualche nastro ma è decisiva per evitare tragedie». Eppure, una soluzione ci sarebbe. «Serve un monitoraggio preciso ed interventi efficaci. Basterebbero degli uffici territoriali con tecnici in grado di individuare i problemi e la volontà di risolverli. Altrimenti alle prossime piogge saremo da capo e non ci resterà che pregare».
Dai primi anni Sessanta a oggi sono stati spesi 55 miliardi per riparare i danni causati dal maltempo, fa sapere Cia (Confederazione italiana agricoltori).

Sarebbe bastato destinare il 20% di questa somma a opere di manutenzione del territorio, per limitare le conseguenze del dissesto idrogeologico.

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