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Meloni: "La sinistra non aiuta Salis. Von der Leyen? Vediamo il voto"

Il presidente del Consiglio smentisce tutte le critiche portate avanti a sinistra sulla riforma costituzionale che introduce l'elezione diretta del premier. Sulla sanità "è falso che abbiamo tagliato i fondi"

Meloni: "La sinistra non aiuta Salis. Von der Leyen? Vediamo il voto"

Premierato, sanità, economia e credibilità internazionale, ma anche le conseguenze politico-istituzionali del voto europeo e la gestione del caso Salis in Ungheria. Giorgia Meloni parla a trecentosessanta gradi dell'azione del suo governo in occasione della doppia ospitata televisiva su Rai1 da Bruno Vespa: "Cinque Minuti" e "Porta a Porta". Si parte dalla riforma costituzionale: la premier si dice orgogliosa dell'intervento sulla Carta che introdurrà l'elezione diretta del presidente del Consiglio e attacca la sinistra: "Il Partito Democratico vuole un sistema con il quale riesce a governare lo stesso anche quando perde le elezioni", afferma aggiungendo che la contro-proposta del cancellierato alla tedesca è di fatto solo un bluff che istituzionalizza i governi di larghe intese.

"Non è il mio modello di democrazia, il mio è quello in cui i cittadini decidono che li deve governare", incalza mentre ribadisce che l'intenzione dell'esecutivo è quella di preservare i poteri del Capo dello Stato. Ecco perché, a ben vedere, l'indicazione dell'opposizione "tradisce la sua reale intenzione, quella dei 'governi di Palazzo' e non scelti dai cittadini". Meloni non è mai stata storicamente contraria all'elezione del Presidente della Repubblica, ma in ogni caso ritiene che il premierato sia il punto di caduta più equilibrato raggiunto nella maggioranza. Sulla legge elettorale non si è invece intervenuti: "Sul ballottaggio io personalmente sono abbastanza laica. Tengo alla riforma in sè, che ritengo l'eredità più importante che possiamo lasciare al Paese".

I fondi per la sanità pubblica

Si passa poi al capitolo sanità: i numeri dimostrano che non è vero che il governo abbia tagliato il fondo sanitario, che anzi nel 2024 "arriva al massimo storico di sempre, 134 miliardi. Se volessimo fare un raffronto, negli anni del Covid oscillava tra i 120 e i 122 miliardi, nel 2019 era a 115 miliardi - precisa -. E quest'anno incide sul Pil per il 6,8%, il rapporto più alto di sempre salvo nell'anno del Covid. Poi abbiamo rifinanziato i piani regionali per l'abbattimento delle liste d'attesa con altri 500 milioni".

Con la tanto vituperata revisione del Pnrr sono stati liberati anche i 750 milioni di euro la sanità e inoltre "stiamo rivedendo il contratto degli operatori sanitari, abbiamo aumentato gli straordinari per medici e infermieri che lavorano nel nostro sistema sanitario pubblico". È evidente che il problema non sia stato risolto integralmente: "La sanità è una visione molto complessa - aggiunge -. Tra l'altro noi mettiamo i soldi, non siamo quelli che li spendono perché a farlo sono le Regioni. Ci sono tante cose che vanno fatte però obiettivamente l'unica tesi che non si può sostenere è che abbiamo tagliato".

La commissione a Bari

C'è poi la questione spinosa riguardante al caso Bari. Pur ammettendo che lei non avrebbe politicizzato questa questione, Giorgia Meloni crede che sia stato "doveroso da parte del ministro dell'Interno avviare la commissione a Bari all'indomani di un'inchiesta che aveva portato all'arresto di quasi cento persone ed era stata commissariata la società dei trasporti di Bari". Le accuse rivolte al ministro dell'Interno "sono state vergognose - aggiunge -. La verifica è doverosa, ed è la stessa cosa che il governo avrebbe fatto di fronte a qualsiasi altro Comune".

La forzatura sarebbe stata quella semmai di "non mandare la commissione d'accesso, non si può chiedere che le amministrazioni di sinistra siano trattate in maniera diversa. Non entro nel merito, ma questo governo ha sciolto diversi Comuni e nessuno si è mai stracciato le vesti". Si potrà poi discutere se sia adeguata la norma sullo scioglimento dei Comuni, "ma non si può chiedere che i Comuni di sinistra ne siano esentati: questa idea che a sinistra abbiano più diritti degli altri non mi ha mai convinto", puntualizza la premier.

La crescita economica

Venendo al lato economico, si può sostenere che la situazione stia andando meglio "per merito delle imprese, perché la ricchezza non la crea lo Stato". Il capo del governo rivendica di avere fatto del proprio meglio per migliorare le cose: "Ad esempio, se noi non paghiamo le persone per non lavorare ma incentiviamo le assunzioni le persone sono più spronate a lavorare. Se incentivi le assunzioni, le aziende sono portate ad assumere". Tutto questo è poi legato al fatto che oggi, a livello internazionale il governo italiano "è percepito tra i governi più stabili d'Europa: è un governo che ha una visione, un governo che ha una continuità e un governo rispetto al quale ci si sente al sicuro e questo porta ricchezza", garantisce la leader di Fratelli d'Italia che smentisce anche voci di un "raffreddamento" dei rapporti con Ursula von der Leyen. Anche se conferma che l'ipotesi di uno bis alla Commissione Ue dipenderà dai voti presi alle Europee.

Inoltre, nessuno può seriamente sostenere che "abbiamo favorito gli autonomi rispetto ai lavoratori dipendenti", ribatte alle critiche. A questi ultimi, infatti, "abbiamo abbattuto il cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro, misura che è costata 10 miliardi" nonostante che il Superbonus stia compromettendo "sette leggi finanziarie". E non si può dire che il governo è amico degli evasori, "perché nel 2023 abbiamo avuto il record di recupero dell'evasione" impostando un rapporto diverso tra Stato e contribuente, "che non è un suddito, è un cittadino". Un fisco giusto è quello che ti chiede "di pagare quello che è sostenibile in tempi ragionevoli, e investe i proventi della tassazione in modo serio. Uno Stato che è rigido se lo vuoi fregare, ma che ti viene incontro se sei in difficoltà, le persone quando c'è da pagare lo fanno comprendendo che è necessario".

La giustizia

Il test psicoattitudinale previsto dall'ultimo decreto del ministro Nordio "c'è già per le forze dell'ordine, le forze armate, per tutti quelli che dispongono della vita della gente, esiste in diversi Paesi europei, inoltre le modalità sono stabilite dal Csm, non capisco lo scandalo", dice ancora Meloni. "Chi si straccia le vesti su una cosa di buon senso, su cui la maggioranza dei magistrati è d'accordo, non fa un buon servizio alla magistratura". Legato al tema giustizia c'è poi il caso di Ilaria Salis: "La campagna politica che la sinistra sta mettendo in piedi rischia di non aiutarla", mette in guardia la premier. "Meno parole e più fatti. Forse dovremmo abbassare un po' la pressione e riportare la questione a livello di moral suasion. Con i parlamentari che arrivano e insultano il governo ungherese...", precisa. Il presidente del Consiglio, rivolta al Pd, arriva poi a pronunciare: "Do you know Stato di diritto? Do you know autonomia della magistratura?".

Il rapporto con Salvini

Nel confermare quello che aveva già esattamente affermato il leader della Lega a "Belve", Meloni sostiene che "non sono affatto pessimi i rapporti con Salvini... Spesso scherziamo sulle ricostruzioni di stampa al riguardo". Con il vicepremier "è nata un'amicizia che va anche oltre la politica", tanto che il capo del governo conferma che "ci vediamo anche fuori del lavoro". Confermate, quindi, anche le partite a burraco con Francesca Verdini evocate in tv dallo stesso Salvini: "Lei gioca bene. Io? Sono molto competitiva, mi arrabbio quando perdo o se qualcuno non gioca bene...".

A proposito del ministro delle Infrastrutture, Vespa le chiede che cosa ne pensa della nuova norma per l'edilizia: "La norma non la conosco, ho solo letto il comunicato del Mit, quindi non posso dare un giudizio, ma si parla di sanare piccole difformità - aggiunge - questo è ragionevole, ma non posso commentare una norma che non conosco".

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