Guerra in Israele

Zaki tira dritto e attacca ancora Israele. E Amnesty grida alla censura

Patrick Zaki attacca ancora Israele: "È conseguenza delle politiche dell'attuale governo". Amnesty lo protegge: "Una campagna di odio e la parola gli viene persino tolta"

Zaki tira dritto e attacca ancora Israele. E Amnesty grida alla censura

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Dopo le polemiche che hanno fatto seguito alle sue parole, e accuse, contro Benjamin Netanyahu, Patrick Zaki è intervenuto al Tg1 per raccontare la sua verità. "La situazione che stiamo vivendo è conseguenza delle politiche dell'attuale governo israeliano, non è sorprendente. Sono contrario a ogni violenza contro civili innocenti, compresi quelli palestinesi: sono un difensore dei diritti umani", ha dichiarato lo studente egiziano. A suo avviso, "non stiamo puntando l'attenzione sull'alto numero di palestinesi uccisi per anni e bombardati negli ultimi giorni a ogni ora. Nessuno gli sta prestando attenzione".

Nella sua visione, Zaki continua implicitamente, ma non troppo, a sposare la causa palestinese, addossando ogni responsabilità su Israele. Non c'è condanna verso Hamas nelle sue parole, non ci sono moti di solidarietà verso Israele per i tragici attacchi dello scorso sabato. C'è solo una presa di posizione netta e chiara contro lo Stato ebraico: "Quando guardiamo cosa sta accadendo non dobbiamo dimenticare il contesto, come si è arrivati a questo punto". Va ricordato che in un recente post, pubblicato qualche ora prima rispetto agli attacchi di Hamas contro Israele, lo studente ha definito Netanyahu un "serial killer", espressione che ha portato gli esponenti della maggioranza a una netta condanna nei suoi confronti e la sinistra a un silenzio imbarazzato.

Solo Amnesty International in queste ore sta spendendo parole di supporto per Zaki, cercando di ribaltare la questione trasformandolo in vittima. Un canovaccio che non è certo nuovo o comunque inedito in questi ambiti, che però stavolta non sembra funzionare. "In questi giorni Patrick Zaki ha ripetutamente condannato le violenze contro i civili israeliani e palestinesi, come dovrebbe fare ogni persona che difende i diritti umani. Se poi, sulla sua analisi del contesto e delle cause di ciò che sta accadendo ci sono punti di vista diversi, è del tutto lecito dissentire e contestarle", ha detto il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury.

Tirando nel mezzo la carcerazione subita in Egitto, definita "persecutoria", Noury attacca l'opinione pubblica del nostro Paese che gli starebbe facendo subire "una campagna di odio e la parola gli viene persino tolta, come si evince dalla decisione di non ospitarlo più nella prima puntata del programma di Fazio".

La parola gli viene talmente tolta che questa sera Zaki è intervenuto nel tg di Rai 1 delle 20, programma che vanta la maggior platea di pubblico di tutta la giornata televisiva.

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