Irak, gli sciiti decisi: domani approviamo la nuova Costituzione
24 Agosto 2005 - 00:00Bush avverte i sunniti: «Dovete scegliere se vivere nella libertà o nella violenza»
Fausto Biloslavo
Continua il braccio di ferro sulla costituzione irachena, con gli sciiti decisi a farla votare dal Parlamento senza alcun cambiamento, i sunniti che minacciano la guerra civile ed i curdi nel mezzo. Domani i parlamentari dovranno votare la bozza già presentata in aula, ma alcuni politici iracheni pensano che la nuova scadenza sia insufficiente per giungere ad un compromesso. Il presidente dellassemblea, Hajem al Hassani, ha rivelato che i punti di maggiore contrasto restano il federalismo, il riferimento nel testo al partito Baath di Saddam e la divisione dei poteri tra capo dello Stato, primo ministro e presidente del Parlamento. In pratica il vecchio partito Baath, già messo al bando, non potrà venir ricostituito sotto «qualsiasi nome».
Quella parte della guerriglia filo Saddam che era disponibile ad una tregua puntava, invece, a resuscitare il Baath. Non a caso, ieri, duemila sunniti sono scesi in piazza ad Al Dur, roccaforte dei nostalgici, dove è nato lex numero due di Saddam, Izzat Ibrahim al Duri, ancora latitante. Fra i dimostranti cerano numerosi funzionari pubblici, poliziotti e militari che hanno gridato: «Abbasso la Costituzione, scritta dalla mano sionista» e «sacrificheremo la nostra vita e il nostro sangue per Saddam». Al Dur, nelle cui vicinanze è stato catturato il rais, si trova poco distante da Tikrit, una delle roccaforti sunnite, dove è nato Saddam.
Saleh al-Mutlak, uno dei negoziatori sunniti sul testo costituzionale ha candidamente spiegato che se la bozza «passerà ci sarà una rivolta nelle strade». La costituzione può sempre venir affossata se almeno i due terzi di elettori, in tre province, voteranno contro nel referendum popolare previsto per il 15 ottobre. La guerriglia ed il terrorismo si sono sviluppati soprattutto nelle province sunnite di Anbar, Salaheddin e Nineveh, dove ieri lennesima raffica di attentati ha provocato una dozzina di morti.
Il premier iracheno Ibrahim Jaafari ha rivelato che manca un accordo su soli due articoli della costituzione, senza indicarli esplicitamente. Probabilmente si tratta del federalismo e della messa al bando definitiva del Baath. «Siamo d'accordo su 151 articoli», ha spiegato il capo del governo di Bagdad, in una conferenza stampa, aggiungendo che l'intesa interessa anche i diritti umani, i diritti della donna, le libertà civili e politiche. Jaafari fa parte della maggioranza parlamentare sciita che ieri ha fatto capire lintenzione di voler votare la bozza domani, senza alcun emendamento.
Secondo il presidente americano George W.
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