Economia

Italia ferma da 10 anni: nel 2014 pil giù del 10% La disoccupazione è all'11,5%: 1,5 milioni in cig

Da 10 anni l’Italia non cresce e arretra rispetto agli altri paesi europei. Dal 2000 al 2009 si è perso il 4,1% del pil pro capite. Confindustria: "Per molte imprese la crisi continua, necessario un cambiamento di passo". Tremonti: "Il rischio non è finito". Ma Berlusconi smentisce le voci: "Nessuna manovra"

Italia ferma da 10 anni: nel 2014 pil giù del 10% 
La disoccupazione è all'11,5%: 1,5 milioni in cig

Roma - Da 10 anni l’Italia non cresce e arretra rispetto agli altri paesi europei. Dal 2000 al 2009 si è perso il 4,1% del pil pro capite: è ora di voltare pagina, è necessario un cambio di passo. E' il messaggio che Confindustria manda in occasione del convegno biennale Libertà e Benessere: l’Italia al futuro, del Centro studi degli industriali. "Viviamo una fase molto difficile per il sistema economico - ha detto il direttore del Csc, Luca Paolazzi - è ora di voltare pagina nella gestione dell’economia e Confindustria vuole far sentire questa volontà". A fare da contraltare i dati della Cgil che parla di "un tasso di disoccupazione reale che supera l’11,5%". Disagio economico confermato anche dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti:"Il rischio non è finito: è come in un videogame. La crisi è mutata. Non è stata gestita come nel new deal, non con chapter11".

Lo stato di salute dell'Italia In 150 anni di storia unitaria l'Italia ha realizzato incredibili conquiste, ha moltiplicato il pil pro capite per più di 8 volte, riducendo la distanza con i paesi più avanzati diventando una delle dieci potenze economiche mondiali. E insieme all’economia anche il benessere è salito in ogni ambito della vita quotidiana, diffondendo la scolarità, l’agiatezza nelle abitazioni e l’accessibilità a beni durevoli che hanno accresciuto tempo libero e confort. Tuttavia, secondo il direttore del Centro studi, "negli ultimi 10 anni la crescita si è bloccata, tanto che il Pil pro capite è rimasto fermo". In realtà, ha spiegato Paolazzi, "la crescita si è bloccata molto prima, già all’inizio degli anni ’70. Da allora in poi abbiamo continuato a crescere, ma è stata una crescita drogata, mentre dal 2000 al 2009 abbiamo perso il 4,1% del Pil pro capite".

Il futuro dell'Italia L’Italia è arretrata nel confronto internazionale e secondo le previsioni del Fmi continuerà a calare. Negli anni ’90-’91 l’Italia cresceva del 6% in più rispetto alla media dell’area euro, nel 2009 invece si trovava al 5% sotto la media, perdendo 11 punti percentuali. Entro il 2014 si stima che perderà altri 5 punti, arrivando al 10% sotto la media degli altri paesi. "Senza crescita - sottolinea Paolazzi - sono diventati più spinosi da affrontare problemi che sono essi stessi causa della difficoltà a crescere". Tra questi c’è la bassa natalità che "può essere curata con maggiori risorse" o "la popolazione stagnate che aumenta solo con un’ampia immigrazione". Altra questione cruciale è "l’invecchiamento della popolazione", e su questo punto, ha sottolineato Paolazzi, occorre "considerare gli anziani come risorse e lavorare più a lungo". Non bisogna poi dimenticare "l’alto debito pubblico che genera una crescente pressione fiscale".

L'auspicio di Confindustria "L’Italia deve tornare a crescere" e per farlo occorrono riforme, occorre "rimuovere gli ostacoli alla concorrenza" e quelli al fare impresa. Infatti, secondo gli industriali, "nella classifica della libertà di fare impresa l’Italia è ultima". Anche il "peso calante delle grandi imprese e la grande rilevanza delle piccole" rende "più difficile competere sui mercati emergenti". Le priorità indicate da Confindustria vanno, quindi, dalla riduzione della burocrazia all’alleggerimento del carico fiscale, alle infrastrutture al mercato del lavoro all’energia meno cara.

L'allarme disoccupazione Un tasso di disoccupazione reale che supera l’11,5%. Oltre un milione e cinquecentomila lavoratori in cassa integrazione tra ordinaria e straordinaria, nel periodo gennaio-marzo 2010, "considerando un livello medio di ricorso alla cig, ovvero il 50% del tempo lavorabile globale" se invece si considerano "i lavoratori equivalenti a zero ore per tutto il periodo 2010 si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 629.619 lavoratori". Sono i dati calcolati dall’Osservatorio cig del Dipartimento settori produttivi della Cgil nazionale sulla base degli ultimi dati diffusi dall’Inps che hanno evidenziato la crescita a marzo delle richieste di cassa integrazione del 106,8% rispetto a marzo 2009, pari a quasi 122,6 milioni di ore (122.599.702 ore). Mentre, sottolinea la Cgil, da gennaio a marzo di quest’anno la cassa integrazione ha raggiunto 302.217.009 ore con un aumento sul 2009 del 133,88%.

Tremonti: "Ora le riforme" "La crisi non impedisce le riforme", ha commentato Tremonti intervendo al convegno biennale del centro studi di Confindustria. "Per le riforme la crisi non è nè un alibi per non farle, nè di per sè solo una spinta a farle (futurismo, avventurismo costruttivista). Per l’Italia - sottolinea Tremonti - le riforme sono in assoluto una necessità storica.

Una necessità che avremmo anche senza crisi". Ora "il tempo è strategico ed è venuto il tempo delle riforme". Tremonti, infine, rivendica il fatto che "oggi siamo l’unico paese europeo che pianifica riforme strutturali".

Commenti