Cronache

Italiani pazzi per gli animali: solo in cibo spesi 2 miliardi

Negozi di toelettatura aumentati del 50% in 5 anni. Veterinari e dog-sitter le spese maggiori. Cani in una casa su cinque, ma 2 padroni su 3 non lo portano in ferie

Italiani pazzi per gli animali: solo in cibo spesi 2 miliardi

L'ultimo, peraltro splendido, film di Matteo Garrone, Dogman, racconta la storia del proprietario di un negozio di toelettatura per cani. «Toelettatura» è un termine che non rende l'idea, in questo caso, perché la vicenda si svolge nel più desolante degrado della periferia romana. Una vicenda umana avvincente e commovente che non rende l'idea che business che gira attorno a un servizio considerato «povero», ma che in realtà coinvolge decine di migliaia di persone in Italia.

Guardiamo i numeri: i negozi di toelettatura per animali domestici sono in aumento. I dati di Uniocamere-Infocamere, elaborati dal sito di datajournalism Truenumbers.it e pubblicati in queste pagine, mostrano, infatti, una crescita di quasi il 50% in soli 5 anni: erano 2.627 nel 2012 e oggi sono saluti a quota 3.820 in tutta Italia. La maggiore concentrazione è in Lombardia, con 614 imprese seguita proprio dal Lazio, regione dove si svolge la storia raccontata da Garrone. Ora: il punto è che aumentano i negozi che si occupano della bellezza di (soprattutto) cani e gatti, ma diminuisce il numero delle imprese che gli animali domestici li vendono. Sempre secondo Unioncamere-InfoCamere erano 5.158 nel 2012 e sono diventati 5.053 alla fine del 2017: in questo caso è il Lazio che primeggia con bel 726 negozi. Il calo potrebbe stare a significare che siamo disposti a spendere soldi per prenderci cura degli animali che abbiamo, ma non sembra siamo disposti a comprarne uno nuovo.

A proposito: la maggior parte degli italiani proprietari di animali da compagnia ha dichiarato che la maggior parte del budget destinato agli animali casalinghi se ne va in servizi di accompagnamento, in dog sitter (il business nel quale si butta il protagonista del film di Garrone dopo aver perso i propri clienti) mentre circa la metà degli intervistati dall'Eurispes (erano possibili diverse risposte) dice che portare da una parte all'altra della città il proprio compagno a 4 zampe (o anche a due, come vedremo tra poco) è una delle spese più consistenti. Poi vengono, appunto, i servizi di toelettatura seguite dalle spese mediche e dalla cura estetica vera e propria, magari per partecipare a concorsi.

Un business, ovvio, ma non così ricco come si potrebbe pensare. Solo per dare da mangiare agli animali da compagnia, si sono spesi, l'anno scorso, secondo un rapporto della Nielsen, più di 2 miliardi di euro, il 3,6% in più rispetto all'anno precedente mentre in giochi per gli animali se ne vanno ogni anno qualcosa come 120 milioni di euro, ma, almeno per quanto riguarda i cani, siamo nella parte bassa della classifica europea. Secondo la Fediaf, l'associazione europea dei produttori di cibo per cani, solo il 22% degli italiani ne possiede almeno uno. Veniamo prima di Francia (20%) e di Germania (18%), ma sotto alla media europea. Sono i Paesi dell'Est, piuttosto, a mostrare le percentuali maggiori. In Romania, per esempio, quasi una persona su due ha un cane, in Repubblica Ceca il 41% e in Polonia il 38%. Anche la Gran Bretagna, dove nell'immaginario collettivo c'è un vero e proprio culto del cane come animale di compagnia, la percentuale è poco superiore a quella italiana: solo il 24%. Il motivo è semplice: in Europa si preferisce avere il meno impegnativo gatto. Sempre secondo la Fediaf nel Vecchio Continente vivono in casa (quindi esclusi i randagi) 102,6 milioni di gatti e «solo» 84,9 milioni di cani. Al terzo posto ci sono gli uccelli e poi 28,7 milioni di piccoli mammiferi. Si tratta soprattutto di conigli che è la specie animale tra le preferite dalle industrie farmaceutiche o cosmetiche per i loro esperimenti.

Infatti se si guarda quanti sono gli animali che ogni anno vengono utilizzati per i test si scopre che sono decine di milioni. Un numero, fornito da un'indagine condotta dal Parlamento europeo, impressionante. La maggior parte di questi sono topi e ratti, complessivamente 8,6 milioni di esemplari utilizzati ogni anno. Seguono pesci e uccelli. I cani e i gatti sono, numericamente, molto meno: 17.896 i primi e 3.713 i secondi. Ma quello che colpisce è che esperimenti vengono condotti su praticamente tutti i tipi di animali: quaglie, asini, capre e furetti.

Non si salva praticamente nessuno.

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