Elezioni Amministrative

L’Udc non scende in campo, ma tifa per Podestà

La sfida di Milano per la Provincia. Per l'Udc libertà di voto, strizzando l’occhio al centrodestra: "Sintonia con Formigoni e Moratti". Intanto la sinistra radicale molla Penati

L’Udc non scende in campo, ma tifa per Podestà

Milano - A Milano l’Udc non scende in campo, anche se fa il tifo dagli spalti. Il partito di Pier Ferdinando Casini, dopo una riunione romana definita dai testimoni «molto animata», ha deciso di confermare la «libertà di voto» con una formula che è un invito a scegliere Guido Podestà, il candidato di Pdl e Lega alla presidenza della Provincia. E libertà di voto arriva anche dalla sinistra radicale, che al primo turno aveva schierato un suo uomo contro Filippo Penati, candidato del Pd. «La nostra campagna elettorale termina qui» le parole scelte da Prc, Pdci e lista civica per invogliare i propri elettori ad andare al mare nel week end del ballottaggio.

Più militante l’Udc. I centristi lombardi, recita la nota, «in sintonia con la direzione nazionale, confermano il giudizio positivo sull’amministrazione regionale presieduta da Roberto Formigoni e su quella comunale guidata dal sindaco Letizia Moratti». E dal momento che sia l’uno che l’altra si sono espressi pubblicamente in favore del candidato del Pdl, Guido Podestà, ecco «l’indicazione indiretta» (per usare le parole del segretario dell’Udc lombarda, Luigi Baruffi).
Una specie di applicazione politica della proprietà transitiva che. Non è il trionfo della chiarezza. Casini cerca di spiegare la logica politica del «vorrei ma non posso»: «Non intendiamo essere un alleato di comodo del Pdl, consentendogli di volta in volta le alleanze più convenienti, al Nord con la Lega e al Sud con l’Udc. La nostra autonomia non significa sterilizzare i voti». Insomma, l’Udc non intende cedere a un corteggiamento dettato dall’ansia del ballottaggio.

Magdi Cristiano Allam, europarlamentare eletto nel Nord Ovest, è ancora più esplicito: «L’Udc è un partito che ha nel suo dna valori, principi e ideali che appartengono al centrodestra. Ma i rapporti tra Pdl e Udc necessitano di un chiarimento e, essendo io un parlamentare eletto nella lista dell’Udc, non posso non tener conto della linea partito».
A scanso di equivoci, comunque, poiché le indicazioni non sono molto chiare, Podestà si appella direttamente ai cittadini: «L’elettorato dell’Udc è molto più orientato verso di noi che verso la sinistra. Condividiamo gli stessi valori sia a livello nazionale che europeo, e si tratta di valori fondanti come la sacralità della vita, la centralità della persona, il ruolo della famiglia quale nucleo della società».

A rafforzare il concetto interviene il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi: «Chiediamo un atto di responsabilità coerente. Non è possibile che si governi insieme in Lombardia e a Milano e che il sostegno degli elettori Udc si sposti su Filippo Penati per la Provincia».

A Milano Pdl, Lega e Udc governano insieme da quattordici anni. Gianni Verga è assessore comunale alla Casa, Mario Scotti è assessore regionale alla Casa e alle Opere pubbliche. Prevedibile immaginare che gli elettori scelgano la continuità. Il partito milanese avrebbe preferito una posizione ancora più esplicita a favore di Podestà e il coordinatore cittadino, Luca Ruffino, ha intenzione di partecipare attivamente alla campagna elettorale in favore del candidato di Pdl e Lega.

Tutt’altra la linea scelta a Torino, dove è stato deciso l’apparentamento tra Udc e Pd in vista del ballottaggio per la Provincia. È il sindaco, Sergio Chiamparino, a dare all’intesa un significato politico che va oltre la sfida del 21 giugno: «Rappresenta l’inizio di un confronto e di un dialogo anche in vista delle future scadenze elettorali. Quest’accordo riflette il clima di dialogo che si è da tempo instaurato».

Alleanze in divenire.

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