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L'Aquila, nuova forte scossa: gente in strada 

Il terremoto torna a far paura in Abruzzo: l'ultima scossa - da questa notte è la quinta - è stata registrata alle 13.03. Rilevata una magnitudo di 4.1. L’epicentro è nella zona tra Collebrincioni e Arischia a una una profondità di 8,8 chilometri

L'Aquila, nuova forte scossa: gente in strada 

L'Aquila - Una scossa sismica, la quinta da questa notte, è stata avvertita dalla popolazione in provincia dell’Aquila. L’epicentro è nella zona tra Collebrincioni e Arischia, a una una profondità di 8,8 chilometri. Non vi sono feriti o ulteriori danni, anche se sono stati disposti dei controlli accurati per alcune strutture molto lesionate. La scossa ha fatto tornare forte la paura e nessuno è rientrato nei locali chiusi per riprendere l’attività.

Magnitudo 4,1 La scossa di magnitudo 4,1 rientra nella sequenza di repliche attivata dal terremoto del 6 aprile scorso. Lo rende noto l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). "La scossa è stata localizzata poco a Nord Est dell’Aquila, all’interno della zona attivata il aprile scorso", osserva il direttore del Centro Nazionale Terremoti, Giulio Selvaggi. Anche la profondità, pari a 8,8 chilometri, "è confrontabile con quella della maggior parte dei terremoti avvenuti nell’ambito della sequenza sismica in corso", dice il direttore della sezione di Milano dell’Ingv, Fabrizio Galadini. "Al momento - aggiunge - stiamo valutando gli aspetti che riguardano quale faglia possa aver creato questo terremoto". La risposta potrà arrivare solo nelle prossime ore, quando saranno disponibili ulteriori dati.

Popolazione esausta "Ora non se ne può più!". È l’esclamazione, con tono quasi disperato, che decine di migliaia di aquilani - ospitati nelle tende o negli alberghi della costa - hanno ripetuto dalla note scorsa e per tutta la giornata odierna. Altre cinque scosse, con magnitudo variabili dai 2.7 ai 4.1. A tre mesi dal "grande terremoto", e con due giorni di acquazzoni, aumentano la paura e l’esasperazione.

In molti chiedono con insistenza che vengano rifatte le verifiche agli edifici, perché le continue scosse degli ultimi tempi hanno determinato altre crepe o hanno aggravato quelle già esistenti. Quindi, chi potrebbe tornare a casa perché ha le abitazioni non molto danneggiate e alle quali basterebbe ripristinare l’erogazione del gas, assicura che continuerà a vivere nelle tende o negli alberghi.

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