Guerra Libia

Libia, è allarme profughi Si muove Palazzo Chigi: "Missione umanitaria"

Emergenza: 140mila profughi ai confini. Il governo italiano dà il via a una missione umanitaria in Tunisia. Frattini: "Basi disponibili per la no fly zone". La Clinton: "Processare Gheddafi per l'attentato a Lockerbie"

Libia, è allarme profughi 
Si muove Palazzo Chigi: 
"Missione umanitaria"

Tripoli - La Libia è sempre più dilaniata dai combattimenti e dagli scontri fra le forze fedeli a Muammar Gheddafi e i rivoltosi. Circa 6mila persone, in maggioranza egiziani, sono bloccati al confine con la Tunisia a causa della chiusura della frontiera di Ras el Jedir. Le autorità vogliono stabilire una sorta di filtro per evitare una "valanga umana incontrollata". Dopo l’esodo di 140mila profughi, la situazione alla frontiera tra la Tunisia e la Libia sta raggiungendo "il punto di crisi", ha avvertito l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Proprio per questo, il governo italiano ha dato il via libera a una missione umanitaria in Tunisia per dare assistenza ai profughi in loco visto che ai confini arrivano tutte le persone in fuga dalla Libia. Con un voto a mano alzata, l’assemblea generale dell’Onu ha espulso la Libia dal Consiglio sui diritti umani.

La missione italiana in Tunisia Una missione umanitaria italiana in Tunisia, dove si ammassano i profughi provenienti dalla Libia. È quanto è stato stabilito nel corso della riunione che il governo ha tenuto a Palazzo Chigi, con il premier Silvio Berlusconi e i ministri competenti. La missione, sottolineano fonti presenti al vertice, si pone l’obiettivo di dare assistenza a diecimila persone. Berlusconi ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro britannico David Cameron per informarlo della decisione. Secondo fonti presenti alla riunione, l’auspicio del governo italiano è quello che anche altri Paesi adottino decisioni analoghe. Un auspicio dettato dalla considerazione che sia più utile fornire assistenza sul posto che fronteggiare un esodo di massa dei profughi libici. Nel corso della riunione si è analizzata la situazione, considerata molto critica, anche a causa della presenza di molti bambini.

La missione parte in 48 ore "La missione umanitaria italiana partirà subito, entro 48 ore", ha fatto sapere il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, spiegando così i contorni della missione umanitaria decisa stasera dal vertice di governo a palazzo Chigi. La missione, ha spiegato il titolare del Viminale, "è di emergenza, di carattere umanitario, che dà sollievo e tiene in territorio tunisino, d’intesa con le autorità tunisine, i profughi. Spero che poi segua l’intervento di altri paesi europei". Questa sera, ha continuato a spiegare Maroni, si è assunta la decisione politica, domani mattina, invece ci sarà "una riunione tecnica" per mettere a punto l’intervento di assistenza umanitaria e sanitaria, per fare in territorio tunisino "un campo profughi".

La disponibilità dell'Italia Il ministro degli Esteri Franco Frattini fa sapere che è "indispensabile" mantenere alta la pressione sulla no fly zone perché "non si deve dare tregua al regime di Gheddafi e l’Italia è pronta a sostenere l’opzione che prevede l’uso di basi italiane se c’è una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Per il titolare della Farnesina, "prima di parlare di esilio per Gheddafi bisognerebbe trovare qualcuno disposto a prenderselo". Frattini ha definito "pragmatiche" le parole del presidente del Consiglio, ricordando che finora si sono fatte solo le ipotesi del Venezuela di Chavez e dello Zimbabwe di Mugabe, quest’ultimo "non proprio un emblema di democrazia". Ad ogni modo, ha osservato Frattini, l’esilio "sarebbe una comoda via d’uscita" per Gheddafi.

I profughi "Ad oggi ci sono 140 mila persone che dalla Libia sono uscite verso l’Egitto e la Tunisia e sono soprattutto egiziani e tunisini, ma anche libici e di altri Paesi" ha detto la portavoce dell’alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Laura Boldrini, durante la sua audizione alla commissione Diritti umani del Senato sulla situazione libica e la situazione dei profughi. "Ai confini si sta creando una situazione difficile da gestire" ha riferito Boldrini, ricordando come fino a oggi "sono stati offerti aiuti di prima necessità a 10mila persone, allestite 2mila tende e nelle prossime ore arriveranno altri tre aerei". Secondo la portavoce dell’Unhcr "la comunità internazionale non può permettere che questa situazione di emergenza sia gestita solamente dalla generosità del popolo egiziano e tunisino che stanno aiutando questi profughi portando alla frontiere coperte e viveri. È necessario intervenire - ha concluso Boldrini - e non lasciare soli questi due Paesi".

Russia: Gheddafi cadavere politico Cresce l'isolamento politico internazionale nei confronti di Tripoli. Il leader Gheddafi è "politicamente morto" e "non ha più posto nel mondo civilizzato", ha dichiarato una fonte del Cremlino, aggiungendo che il rais se ne deve andare al più presto. Lo riferisce l’agenzia Interfax. "L’uso della forza militare contro il proprio popolo è inaccettabile. Dmitri Medvedev sin dall’inizio ha valutato in modo negativo le reazioni dei dirigenti della Libia rispetto agli avvenimenti", ha detto la fonte del Cremlino. Il fatto che la dichiarazione del presidente su quanto stava accadendo in Libia sia arrivata solo alcuni giorni dopo il loro inizio, secondo la stessa fonte, si spiega con "un unico motivo": "l’approccio responsabile verso il destino dei nostri cittadini che si trovavano in quel Paese".

La mossa della Clinton Il segretario di Stato Hillary Clinton ha avvertito il Congresso che gli Usa potrebbero chiedere di processare il leader libico Muammar Gheddafi per la strage di Lockerbie del 1988, che fece 270 morti quando un volo Pan American precipitò per una bomba. Secondo fonti libiche, ha detto Clinton al Congresso martedì, fu il leader libico in persona a ordinare l’attentato. La Clinton ha detto durante un’audizione martedì che chiederà all’Fbi e al Dipartimento della Giustizia di avviare un’indagine, in risposta a richieste di alcuni parlamentari. Il governo Usa considerava Lockerbie un caso chiuso, dopo il pagamento di ingenti somme da parte del governo libico alle famiglie delle vittime e la condanna di un ex agente dei servizi libici per aver piazzato la bomba che abbatté il Boeing 747 americano. Ma ora il caso è tornato sotto gli occhi delle autorità Usa, dopo che funzionari governativi libici fuggiti dal paese dopo il divampare della rivolta contro Gheddafi hanno rivelato che l’ordine di abbattere l’aereo civile venne direttamente dal colonnello.

Ue: vertice straordinario l'11 marzo Lo ha annunciato un diplomatico europeo. I capi di Stato e di governo dei Ventisette si riuniranno a Bruxelles per discutere della "primavera araba". Nel corso di un incontro con il presidente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy, "l’Alto rappresentante dell’Unione europea agli Affari esteri, Catherine Ashton, è stata incaricata di prepararlo". Secondo un altro diplomatico, la riunione dovrebbe tenersi prima di un’altra riunione già in programma lo stesso giorno tra i leader dei Paesi della zona euro sulla lotta alla crisi e al debito

Per ora niente intervento militare Non è previsto, al momento, alcun intervento militare europeo in Libia. È quanto ha dichiarato il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune.

"Non ci sono piani per un coordinamento militare in questo momento", in quanto "per ora vediamo come funzionano le sanzioni che abbiamo adottato ieri", ha affermato Michael Mann, sottolineando però che "tutte le opzioni sono sul tavolo".

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